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Mika: la luce dopo la tempesta creativa (e familiare)

Una storia di crescita, coraggio e musica Non molti lo sanno, ma Mika, al secolo Michael Holbrook, subito dopo l’uscita del suo quarto album, No Place in Heaven, che ha visto la luce ormai quattro anni fa, nel 2015, ha vissuto un periodo molto turbolento, sia dal punto di vista creativo che da quello familiare. […]

di Ruggero Biamonti | 17 Settembre 2019

Una storia di crescita, coraggio e musica

Non molti lo sanno, ma Mika, al secolo Michael Holbrook, subito dopo l’uscita del suo quarto album, No Place in Heaven, che ha visto la luce ormai quattro anni fa, nel 2015, ha vissuto un periodo molto turbolento, sia dal punto di vista creativo che da quello familiare. Un periodo che lo ha provato, ma lo ha anche fatto crescere.

La sua storia familiare è complessa e segnata di tragedie , e proprio dalla famiglia l’artista è voluto ripartire, un passo alla volta. “Non sapevo da che parte cominciare, ero in piena crisi creativa, nel senso che non avevo niente da dire. Così, come sempre in queste situazioni, mi sono detto che dovevo buttarmi verso l’ignoto, e per me l’ignoto è la famiglia di mio padre” ha dichiarato Mika.

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Foto: Ufficio Stampa

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Il racconto è molto intenso, intriso di una grande tristezza: “Avevo sette anni. Mio padre, consulente finanziario, era stato preso in ostaggio in Kuwait nell’ambasciata americana. È tornato sette mesi dopo, completamente cambiato. Prima era papà, poi era Mike: non riuscivamo più a chiamarlo papà, quell’uomo magro con la barba, che aveva vissuto cose fortissime, noi figli non lo riconoscevamo più.”

Così inizia la coraggiosa intervista di Mika a Vanity Fair, che gli ha dedicato la copertina. “Lo spauracchio del fallimento ha cominciato a perseguitarmi da quando ero bambino. Mia madre mi mette sotto con il canto: quattro ore di esercizio al giorno. Non voleva la popstar: per me voleva il successo, che per lei significa coltivare un talento creativo, trovare soddisfazione nell’espressione artistica, che è come un superpotere che nessuno può toglierti e che ti dà la vera libertà. Ma la mia nuova vita di allenamento costante mi ha allontanato ancora di più da mio padre. Perché a quel punto ero diventato un progetto: il progetto di mia madre” continua il cantante e personaggio televisivo.

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Ma le cose sono cambiate. Mika è adesso adulto e consapevole, e proprio quel periodo di crisi e le numerose difficoltà attraversate negli anni gli hanno permesso di venire a patti con se stesso e di fare pace con la sua vita. Una storia di paura, di coraggio e di liberazione. Il rapporto è stato recuperato, anche grazie all’introspezione da cui è nato il nuovo album, che fin dal titolo è una dichiarazione fortissima di identità: My Name is Michael Holbrook.

P.L.

Foto: Davide Aichino