Bacon racconta cosa significhi crescere come attore
Kevin Bacon parla del suo ultimissimo film, l’horror “You should have left”. “Mi sto dedicando a qualcosa di oscuro e in un certo senso è terapeutico. Il mio matrimonio funziona e non ho avuto così tanti traumi da bambino. Nonostante questo penso che tutti gli esseri umani abbiamo dell’oscurità nella propria anima. Paura, rabbia, dubbio vivono in noi. Ciò che mi piace del mio lavoro è imbattermi in questi demoni. Sono diventato un attore perché volevo esplorare tutti gli angoli della condizione umana: non mi interessa essere considerato eroico o affascinante!” Bacon ha infatti sempre interpretato ruoli come un killer minaccioso, un direttore sadico, un pedofilo.
In questo film inizialmente sembra solo un marito geloso della moglie troppo giovane: essendo un’attrice deve recitare alcune scene intime. La sua paranoia aumenta quando la coppia decide di trasferirsi in campagna: qui incontrerà numerosi fantasmi del passato. L’ormai sessantaduenne ci descrive il suo personaggio in modo geniale: indossa sempre look giovanili che mostrano segni di corrosione. Si vuole sottolineare l’avanzare degli anni e la sua perdita di virilità. La moglie è troppo giovane per lui, per questo sono molto frequenti battute riguardanti la differenza di età. Kevin non se la prende: fa tutto parte del personaggio.
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Kevin Bacon film: l’ex ragazzo della porta accanto si racconta
Ma come è possibile che il protagonista continui ad affascinarci per tutto il corso della storia? Kevin, analizzando la psiche umana, ritrae sempre “personaggi buoni che hanno dentro dell’oscurità e personaggi cattivi che mantengono invece una luce”. L’umiliazione più forte del protagonista arriva nella scena in cui visita la moglie sul set proprio mentre sta girando una scena intima: lo scambiano per suo padre. Ma la vita degli attori è così, e Kevin lo sa bene: quando un attore arriva sul set si crea un’intimità incomprensibile da chi è fuori: si forma quasi una famiglia. Questo il suo personaggio non può sopportarlo.
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Il successo è arrivato per lui con la partecipazione nel 1984 a “Footloose”, in cui interpretava il giovane protagonista ribelle che voleva ballare. Dopo questa occasione Kevin sarebbe dovuto diventare il tipico “ragazzo della porta accanto”, buono per le soap opera e le pubblicità. Ma ciò non corrisponde alla sua personalità. Ha lavorato duro per scrollarsi di dosso l’immagine del ragazzo che l’industria cinematografica avrebbe voluto che fosse. Fondamentale nel ricostruire la personalità dell’attore è stata la produttrice Paula Wagner, che ne ha compreso il naturale talento e la voglia di crescere e cambiare. Oggi finalmente ci è riuscito: continua a dimostrarci la propria maturità di attore.
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@sosiebacon and I both ask: I mean really WTF IS going on??? #WhatsUp @reallindaperry