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Michele Merlo: la sua morte poteva essere evitata? L’indagine sostiene di no

Si è conclusa l’indagine interna dell’Ausl di Bologna che ha potuto accertare l’adeguatezza dell’assistenza rivolta a Michele Merlo, rivelando però alcune criticità nell’intera vicenda

di Redazione Rumors.it | 10 Giugno 2021
Foto: Ufficio Stampa

Si è conclusa l’indagine interna dell’Ausl di Bologna, che ha potuto affermare che “Michele Merlo è stato assistito in maniera adeguata, senza errori di particolari gravità”. Ci sono però state alcune criticità: nella documentazione infatti si attesta come nel primo pomeriggio del 2 giugno Michele Merlo si era presentato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Vergato. Non avendo la febbre nel momento del controllo della temperatura, analisi obbligatoria secondo la prassi antiCovid, il momento della sua visita è stato rimandato, anche perché in quel momento il Pronto Soccorso aveva già in carico molti pazienti.

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Il giovane però era stato informato “della presenza, nella stessa sede, del Medico di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica)” scelta alla quale poi Merlo aveva deciso di rivolgersi. “Alle ore 15.50 il Medico di Continuità Assistenziale, effettuata l’anamnesi, visitava il paziente riscontrando un quadro patologico dell’apparato faringeo, prescrivendo quindi un farmaco antibiotico”. Dopo essere stato mandato a casa però, il giorno successivo alle 21.52 ha chiamato il 118, diventando subito codice Rosso. Automedica e ambulanza sono arrivate sul luogo del soccorso alle 22.09, mettendo immediate in atto le manovre di stabilizzazione delle condizioni vitali del paziente, che sono state “condotte correttamente nonostante il contesto relazionale fosse in quel momento influenzato dalla drammaticità delle condizioni del signor Merlo“.

Michele Merlo indagine Auls

Foto: Instagram

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L’ambulanza è poi partita verso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore con codice di massima gravità. Arrivata alle 23.22 al pronto soccorso, subito sono iniziate le indagini multiple urgenti e il ricovero presso la sezione di Rianimazione. “I riscontri diagnostici e clinici evidenziavano una grave emorragia cerebrale spontanea e la necessità, pertanto, di un intervento neurochirurgico urgente eseguito alle 2.22 del 4 giugno”. L’intervento si è concluso alle 4.03, dopo del quale il paziente è stato portato nuovamente in Rianimazione. Purtroppo però le condizioni di Merlo dopo l’operazioni erano molto critiche e in rapido peggioramento, cosa che ha portato al decesso, sopravvenuto il 6 giugno alle 21.45.

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Michele Merlo morte: i familiari hanno esposto denuncia

I familiari hanno deciso di sporgere denuncia, ritenendo la prima visita minimamente approfondita e sprovvista di semplici controlli di routine, come gli esami del sangue, che avrebbero potuto rivelare la presenza della leucemia in anticipo rispetto alla diagnosi del giorno dopo, che ha seguito l’emorragia cerebrale. Questa dinamica ha fatto riemergere la polemica sulla rimozione della funzionalità h24 del presidio Vergatese e della riduzione degli orari del laboratorio analisi dell’ospedale, con conseguenti disagi e ritardi in caso di necessità pomeridiane; sia Lega sia Fratelli d’Italia hanno infatti presentato interrogazioni in Regione. Il procuratore capo Giuseppe Amato e del sostituto Elena Caruso hanno quindi aperto un fascicolo, al momento senza indagati, per omicidio colposo dopo la denuncia depositata dai genitori di Merlo alla stazione Bertalia. Domani alle 9.15 in Procura verrà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo del 28enne. I Nas hanno già acquisito l’intera documentazione clinica sia al Maggiore che a Vergato.