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Festival di Sanremo, ultima serata: bando alle critiche, è tempo di applausi

La 72° edizione del Festival di Sanremo è giunta al termine e noi ci siamo permessi di non fare critiche, per una sera

di Beatrice Anfossi | 6 Febbraio 2022
Amadeus, Festival di Sanremo 2022_4° puntata - Foto: Maurizio D’Avanzo / IPA

Il processo di totale assuefazione al Festival di Sanremo ha raggiunto il suo apice e così, nella quinta e ultima serata, è stato persino difficile trovare qualcosa che non ci piacesse. Nei cinque giorni che scandiscono la kermesse, che i più fedeli definiscono addirittura “Settimana Santa”, è come se si aprisse un varco spazio temporale. Le puntate, per quanto infinite, sono rette da un ritmo che nessun altro programma della tv generalista può vantare. Si resiste stoicamente fino alla fine, per affetto o per curiosità, nonostante l’epoca in cui viviamo consenta di rivedere ogni cosa, in qualsiasi momento.

E così, cinque giorni che sembrano cinque mesi passano e ci ritroviamo orfani (e con parecchio sonno arretrato). Nell’ultima serata la magia si compie, i cantanti – finalmente liberi dall’ansia da prestazione – si sciolgono e ne guadagnano in naturalezza ed entusiasmo. Anche Amadeus, per quanto esausto, tiene bene il ritmo, certamente aiutato da un’impeccabile Sabrina Ferilli al suo fianco. Senza focalizzarci su aspettative confermate o disattese, per l’ultima volta ci concediamo un’umile disamina sui momenti che abbiamo preferito, tralasciando critiche che ormai rischierebbero soltanto di essere ripetitive.

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Blanco e Mahmood, Festival di Sanremo 2022 vincitori

Blanco e Mahmood vincono il Festival di Sanremo 2022 – Foto: Maurizio D’Avanzo / IPA

 

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Festival di Sanremo quinta serata: ci è piaciuto tutto, e anche di più

Blanco, la stella del Festival

Classe 2003 e 19 anni da compiere, che Blanco avesse stoffa da vendere lo si era già intuito dai numeri del suo ultimo album. Il Festival di Sanremo, con il potere mediatico e magnetico che lo contraddistingue, riesce a consacrarlo definitivamente. Ci sentiamo di dire che la stella della quinta serata e dell’intera kermesse è lui, che riesce a passare dalle marachelle dietro le quinte a mangiarsi il palco come un’artista dall’esperienza pluridecennale. La sua voce non lascia spazio a perplessità o critiche, è schietta come lui: una stilettata dritta al petto che non può che provocare brividi.

Noemi, finalmente strepitosa

Fino a qui le esibizioni di Noemi non ci avevano convinto, e invece questa sera la cantante ha tirato fuori grinta e voce. Bellissima in un abito metallizzato, si è lasciata andare riuscendo a instaurare la giusta empatia con il pubblico in teatro e a casa. La canzone, forse merito anche dell’ascolto reiterato, ormai è familiare: poco male per il 15° posto, siamo sicuri che sentiremo ancora molto spesso la sua voce. Sugli outfit, poi, nulla da dire: Noemi è stata una dea, dalla prima all’ultima sera. Well done.

La rappresentante di lista, contagiosa

Che abbiamo un debole per La rappresentante di lista, forse ormai si è capito. A nostra discolpa, però, possiamo dire che questa sembra essere un’opinione condivisa. Nella quinta e ultima serata del Festival il duo non ha fatto che confermare questa idea, riuscendo travolgere il pubblico con un accenno di “bis” a cappella. Il ritornello di Ciao ciao è già iconico e siamo sicuri che non sarà il 7° (immeritato) posto a fermarlo dalla sua diffusione a macchia d’olio. Noi siamo pronti a intonarlo, balletto annesso.

 

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Sabrina Ferilli, l’equilibrista

Salire sul palco di Sanremo come co-conduttrice ti pone davanti a due rischi: strafare, ma anche essere del tutto trascurabile. Sabrina Ferilli stasera è riuscita a collocarsi esattamente a metà, con un equilibrio da fare invidia. Al monologo ha preferito una rassegna di tutto quello che avrebbe potuto ma ha scelto di non dire: a sottolineare di trovarsi su quel palco soltanto per quello che è, non perché portatrice di un’istanza che magari neanche le appartiene. Il romanesco che veniva fuori a scandire i tempi comici, la confidenza con Amadeus che ha reso il tutto ancora più spontaneo: se proprio dovessimo criticarle qualcosa, ‘a Sabrì potevi cambiarti una volta in più.

L’orchestra, il cuore pulsante del Festival di Sanremo

Che cosa sarebbe il Festival di Sanremo senza orchestra? Poco, o quasi niente. Tanto che al primo ascolto della versione in studio delle canzoni in gara ti coglie quasi un senso di vuoto. Il lavoro instancabile di quei maestri rappresenta l’emblema perfetto di che cosa significhi davvero la musica: studio, sacrificio, esercizio. Per questo la loro presenza è fondamentale, non solo e non tanto a fare da sfondo ai cantanti, ma soprattutto a dare loro l’esempio.

Amadeus, il conduttore dei record

Con questa quinta serata si è chiuso il terzo e probabilmente ultimo Festival di Sanremo guidato e diretto da Amadeus, dopo le edizioni del 2020 e 2021. Il conduttore è stato definito non a sproposito l’uomo dei record, con dati di ascolto che faranno la storia. Ma non è tutto qui: Amadeus è riuscito in questi tre anni a rivoluzionare una kermesse che stava rischiando di diventare stantia. Ha deciso di eliminare una patina un po’ snobistica ed elitaria per aprire la gara a tutti, fino a giovani quasi sconosciuti. Ha portato il Festival di Sanremo sui social, contribuendo così a quella spinta propulsiva che lo ha portato dove è oggi: con la coppia più cool del momento sul gradino più alto del podio. Chapeau.

 

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