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Martin Scorsese omaggia il cinema italiano: “Ha cambiato la mia vita”

Il regista ha rivelato i 9 film italiani che lo hanno influenzato 10 ore di fila al Festival del Cinema di Roma per riuscire a partecipare all’attesissimo Incontro Ravvicinato con Martin Scorsese, accolto sul palco – ovviamente – da una standing ovation. Il regista americano, che al Festival di quest’anno è stato premiato con il […]

di Redazione di Rumors.it | 23 Ottobre 2018
Foto: IPA

Il regista ha rivelato i 9 film italiani che lo hanno influenzato

10 ore di fila al Festival del Cinema di Roma per riuscire a partecipare all’attesissimo Incontro Ravvicinato con Martin Scorsese, accolto sul palco – ovviamente – da una standing ovation. Il regista americano, che al Festival di quest’anno è stato premiato con il Premio alla Carriera, è stato chiamato sul palco da Antonio Monda, che lo ha definito “un genio del cinema”. L’incontro segna il completamento di una serie di iniziative portate avanti da Scorsese durante il Festival, tra cui la presentazione di alcuni film del programma e una lezione di cinema fatta con la regista italiana Alice Rohrwacher.

Martin Scorsese ha fatto il suo ingresso dopo la proiezione di un breve filmato, che ha entusiasmato la sala e in cui sono state mostrate delle immagini tratte da alcuni dei suoi film più memorabili, come Taxi Driver, Toro Scatenato, L’ultima tentazione di Cristo e The Wolf of Wall Street. Le due ore seguenti sono state una sorta di lezione di cinema, in cui il regista ha commentato alcune sequenze da lui scelte fra i film italiani che hanno maggiormente influenzato la sua vita e la sua opera. Tutti i titoli prescelti si collocano prima degli anni ’70 perché “a quel tempo io iniziai a farlo il cinema, mentre questi sono i film italiani che mi hanno condizionato prima di diventare regista io stesso”. 

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Foto: IPA

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I film italiani che cita sono nove e, Scorsese ci tiene a sottolinearlo, non sono una classifica, ma solo una serie di “nomi e film che hanno cambiato la mia vita, letteralmente”. Il primo film di cui parla è l’Accattone (1961) di Pier Paolo Pasolini, di cui Scorsese dice: “Mi ha insegnato la santità dell’animo umano”. Continua poi con La presa del potere di Luigi XIV (1966) di Roberto Rossellini che “sapeva raccontare la Storia”, e ancora Umberto D (1952) di Vittorio De Sica “il momento ultimo e sublime del Neorealismo, Il posto (1961) di Ermanno Olmi “il documentarista che ha reso pura la finzione”, fino ad arrivare a L’eclissi (1962) di Michelangelo Antonioni “colui che mi ha insegnato un’esperienza di cinema nuova, diversa, alienante”. 

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Parla poi di Divorzio all’italiana (1961) di Pietro Germi, del film Salvatore Giuliano (1962) di Francesco Rosi, de Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, per finire con Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini: “Il sublime della rinascita dopo l’invocazione della morte”. Dopo, sempre a proposito di Fellini, Scorsese rivela che doveva girare un film con lui: “Un documentario per Universal a inizi anni ’90. Ma poi Federico ci ha lasciati”. Infine ha salutato il pubblico, incoraggiando i produttori a sostenere i nuovi registi “perché cari italiani ne avete tanti di autori in gamba, fateli lavorare e loro continueranno ad impreziosire la meravigliosa storia del vostro cinema!”.

Accattone (1961) di Pier Paolo Pasolini