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Pausini e Antonacci: i Pausinacci raccontano la loro ‘quasi storia d’amore’

Un’amicizia speciale, quella che lega Biagio e Laura Biangio Antonacci e Laura Pausini si raccontano al settimanale Vanity Fair. Il cantautore italiano ha dichiarato al famoso magazine come sia venuto a conoscenze della Pausini. ” Era il ‘93, mi ero appena esibito al Festival e sul letto del mio albergo guardavo in tv la categoria dei […]

di Redazione di Rumors.it | 16 Aprile 2019
Foto: Cosimo Buccolieri

Un’amicizia speciale, quella che lega Biagio e Laura

Biangio Antonacci e Laura Pausini si raccontano al settimanale Vanity Fair. Il cantautore italiano ha dichiarato al famoso magazine come sia venuto a conoscenze della Pausini. ” Era il ‘93, mi ero appena esibito al Festival e sul letto del mio albergo guardavo in tv la categoria dei Giovani. A un tratto, sul palco di Sanremo, venne fuori lei. La riconobbi subito e dissi a un amico: “Sai chi è quella? È la figlia di Fabrizio il pianista del ristorante Napoleone, la ragazzina che vedevamo a Bologna quando mangiavamo con Lucio Dalla e Luca Carboni”. Telefonai immediatamente a mio fratello Graziano. Segnati questo nome, Laura Pausini, vincerà di sicuro. Mandale un telegramma e scrivi: Sei la migliore, trionferai”.

Così Laura ricorda quel momento: “Bussarono alla porta, mi diedero questo telegramma, me lo rigirai decine di volte tra le dita. Ero gasata come una scimmia, mi dicevo: “Sarà vero?”. Era tutto vero: Laura Pausini, al suo debutto con La solitudine, aveva ricevuto i complimenti di Biagio Antonacci, già cantautore di successo. E, come lui pronosticava, avrebbe vinto lei tra i Giovani. Così ebbe inizio la loro amicizia. Cresciuti allo stesso modo, da famiglie umili e portatrici di valori che negli anni li hanno resi simili. La loro è un’amicizia autentica, è condivisione.

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foto: Ufficio Stampa

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Un’amicizia che negli anni ha dato vita a collaborazioni e che questa estate li porta in tour (“Il primo concerto di un uomo e una donna negli stadi italiani”, sottolinea Biagio). “Ci inseguiamo da molti anni perché ci piace passare le ore insieme”, racconta Laura. “Cercavamo un progetto più grande di una semplice canzone. Non tanto l’ennesimo stanco prodotto da commercializzare, ma la possibilità di cantare come se si trattasse di una sconfinata sessione di piano bar. Noi veniamo da lì. E lì, in qualche modo, in una dimensione diversa ma uguale, stiamo tornando”. Si parte da Bari, città cara a Biagio. Suo padre partì proprio da lì in cerca di fortuna e sis posto a Rozzano alle porte di Milano. Quanto ai genitori, Biagio: “Era dura avere un guardiano che a trent’anni, nel momento della massima esplosione vitale, ti diceva “è mezzanotte, domani devi cantare, vai a dormire”; Laura: “Ogni santo giorno, papà mi metteva a dormire, domattina hai un appuntamento in radio alle 6, fila a letto”.

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Hanno, con i rispettivi fratelli, una chat intitolata “I Pausinacci”, non chiameranno ospiti in tour, si limiteranno a raccontare la loro storia, con le loro canzoni. “Biagio mi è sempre piaciuto”, spiega Laura, e oltre che di talento sta parlando di semplicità, come si capisce da un ricordo inedito che racconta al magazine. “In quel famoso Sanremo avevo ottenuto l’autografo da tutti i cantanti con la sola eccezione di Amedeo Minghi. Mi ero presentata modesta e lui, altero, mi aveva risposto “mi chiami maestro”. A un tratto, di quel pezzo di carta, non mi era importato più nulla, avevo girato i tacchi e me ne ero andata. In fondo, Minghi era solo coprotagonista di Vattene amore e il mio idolo assoluto di allora, tra i due, era senz’altro Mietta”.