L’attrice bolognese rischia la reclusione
Serena Grandi è stata condannata dal Tribunale di Rimini per il fallimento del ristorante “La Locanda di Miranda”, sito nel Borgo San Giuliano di Rimini, luogo di nascita del grande cineasta Federico Fellini e una delle zone della cittadina balneare che negli ultimi anni più hanno visto aumentare gli investimenti e gli incentivi per il turismo.
L’attrice bolognese si è difesa a “Live – Non è la d’Urso” per esporre la sua versione dei fatti, a partire dal fatto che della condanna ne è venuta a conoscenza tramite i giornali locali. Ora è pronta a ricorrere in appello per difendersi dalle gravi accuse che le sono state rivolte.
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Serena Grandi bancarotta: l’attrice si difende così dalle accuse
Serena fa appello alle operazioni subite negli ultimi anni, per via delle quali non è riuscita a seguire nel minimo dettaglio tutte ciò che accadeva all’interno del ristorante. L’attrice insiste sulla sua innocenza e su quanto sia sleale agire in questo modo senza preavviso: nell’arco di pochi giorni si è infatti ritrovata senza più niente.
“Non ho rubato – dichiara la Grandi a Barbara – Mi scuso con i giudici e i magistrati, ma io sono stata anche due anni in ospedale e ho avuto quattro operazioni. Un po’ mi ha distratto il mio tumore di 5 centimetri. Sono arrivata a Rimini e ho fatto lavorare tutti e tutti sono stati pagati, tranne un ex galeotto che dopo un mese è andato al sindacato. Ora mi hanno portato via tutto, anche lo stendino per i panni”.
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Serena Grandi condannata a 2 anni di carcere, oggi la sua versione a Live #noneladurso