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Principe Carlo interrogato dalla polizia: una cospirazione contro Lady D?

L’erede al trono è stato interrogato dall’ex capo di Scotland Yard riguardo le accuse di cospirazione per uccidere la moglie

di giuseppe | 25 Giugno 2021
Foto: PrPhotos

Ventiquattro anni dopo, siamo ancora qui. Lady Diana avrebbe compiuto 60 anni settimana prossima, e come “regalo di compleanno” il Principe Carlo è stato interrogato da Lord Stevens, ex capo di Scotland Yard, riguardo la sua morte. Cosa c’è di strano? Prima di tutto, sono passati 24 anni; ma ancora più importante, questa volta Carlo non è stato interrogato come testimone, bensì come sospetto. Esatto: si sospetta che Carlo sia stato in qualche modo coinvolto nell’omicidio di Diana. A fomentare queste idee è una lettera scritta da Diana stessa nel 1995, due anni prima della sua morte, destinata all’allora suo maggiordomo Paul Burrell.

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Nella lettera Diana si esprime in maniera preoccupata, ansiosa, quasi paranoica: “Mio marito sta pianificando ‘un incidente’ nella mia macchina. Malfunzionamento dei freni, una grave ferita alla testa, per liberargli la strada per sposare Tiggy. Camilla non è altro che un diversivo.” Diana era quindi convinta che Carlo volesse sposare Tiggy Legge-Bourke, la tata dei piccoli William e Harry, 30enne all’epoca. Camilla, in questa situazione, sarebbe stata messa in disparte da Carlo esattamente come Diana, a favore di una donna più giovane. Due anni dopo, la 36enne Diana, il suo ragazzo Dodi Al Fayed e lo chaffeur Henri Paul sarebbero morti quando la loro Mercedes si è schiantata in un tunnel di Parigi.

investigato principe carlo

Foto: YouTube

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Ad aver disseminato con forte enfasi l’idea di una cospirazione tra Buckingham Palace e l’intelligence inglese è stato Mohamed Al Fayed, il padre di Dodi, nonché proprietario di Harrods e dell’hotel Ritz a Parigi. Il motivo sarebbe un malcelato razzismo da parte della Famiglia Reale nei confronti di Dodi il quale, essendo musulmano, non era ben visto accanto alla Principessa. Un padre disperato e fuori di sé? Forse. Fatto sta che il successivo ritrovamento della lettera di Lady D al maggiordomo gli ha solo che dato credito. Al Fayed, in ogni caso, non era certo l’unico a credere in una cospirazione, “era una preoccupazione internazionale” ha dichiarato Lord Stevens, che ha affermato che il 60-70% del paese era convinto di ciò.

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Lady Diana morte: lo scandalo del giornalista della BBC

Tutto questo è cosa nota già da anni. Ad essere emerso di recente è il ruolo di Martin Bashir, giornalista della BBC che avrebbe raggirato Diana per ottenere da lei un’intervista televisiva. Lui le avrebbe presentato dei documenti falsi riguardo a Carlo e la Famiglia Reale, dando una spintarella alle paranoie della già vulnerabile Principessa riguardo una cospirazione del marito contro di lei. Queste preoccupazioni non sono state prese seriamente da nessuno a cui lei le abbia espresse, fino a dopo la sua morte. Ma in tutto ciò, dov’era la polizia?

Principe Carlo Re

Foto: PrPhotos

Nella recente intervista di Lord Stevens con il Daily Mail, Stevens ha chiarificato che se lui e il team dell’Operation Paget (il nome dell’operazione investigativa sulla morte di Diana) avessero saputo dello scambio di informazioni di Bashir e Diana in quel periodo, l’avrebbero sicuramente interrogato. “Se ci fosse stato qualche sospetto che Bashir aveva prodotto documenti falsi per la Principessa Diana, che è un reato, l’avremmo investigato”. Ha poi continuato: “Ma questo è saltato fuori di recente, che è una sfortuna. Se l’avessimo saputo al tempo di Paget saremmo sicuramente andati a trovarlo e interroggarlo”.

Ha poi aggiunto: “Non sappiamo cosa Bashir stesse dicendo a Diana. Ma se le avesse messo in testa determinate paure che l’hanno portata a scrivere quella lettera [al maggiordomo], allora quello è ciò che ci ha portati a interrogare Carlo”. Il Principe Carlo, dal canto suo, nell’interrogatorio di questi giorni ha di nuovo negato di sapere della lettera: “Non ne sapevo nulla finché non è stata pubblicata dai media”. Ha poi riconfermato di non sapere perché la principessa si sentisse in quel modo. Alla fin fine, Stevens ha confermato che il Principe Carlo è stato molto collaborativo, “non aveva nulla da nascondere”.