A tre anni dal tragico incidente accaduto negli studi di Ciao Darwin, amatissimo programma condotto da Paolo Bonolis e Luca Laurenti, il concorrente protagonista ha rotto il silenzio. Gabriele Marchetti si è raccontato a il Corriere della Sera, ripercorrendo il drammatico incidente che lo ha portato a diventare tetraplegico: “Prima di quel giorno facevo mille cose, poi è finito tutto”, ha detto amareggiato.
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Gabriele ha inoltre espresso la delusione per non essere stato contattato dalla produzione, né da Paolo Bonolis. Fatta eccezione per qualche interessamento iniziale circa le sue condizioni di salute, nessuno del team di Bonolis avrebbe mostrato interesse sulle sue condizioni fisiche: “Paolo Bonolis non mi ha mai cercato per sapere come sto. Neanche persone a lui vicine mi hanno mai contattato”. E ancora: “Soltanto qualcuno della produzione all’inizio si è fatto sentire per telefono e per mail con la mia famiglia per conoscere la mia condizione fisica. Si sono messi a disposizione per ogni eventuale nostra necessità. Poi però non ci sono stati altri contatti”, ha chiarito.
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Ora è in corso la causa a carico di quattro dirigenti: l’accusano contro la produzione è di aver reso i rulli troppo scivolosi per aumentare la difficoltà della prova. Una delle sfide nel Genodrome consiste infatti nell’attraversare una serie di rulli di gomma e riuscire ad arrivare al lato opposto senza cadere in acqua. Sulla caduta dai rulli Gabriele ha raccontato: “Ero finito in acqua a testa in giù, con le gambe rannicchiate e le braccia raccolte. Pensavo che sarei affogato perché non riuscivo a muovere nulla. Poi ho sentito i soccorritori che sono intervenuti immediatamente”.
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Ciao Darwin Paolo Bonolis, Gabriele e la vita dopo l’incidente
A seguito del drammatico incidente, Gabriele Marchetti è stato costretto a cambiare totalmente vita: “Sono completamente privo di autonomia e dipendo totalmente da mia moglie Sabrina e mio figlio Simone per lo svolgimento di ogni atto quotidiano”, ha ammesso. Ora c’è spazio per molta nostalgia nelle sue giornate: “Ho sempre lavorato e mi sono dedicato alla famiglia”.
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