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Elena Sofia Ricci sui fatti di Palermo: “Io abusata a 12 anni, sono d’accordo con Ermal Meta”

Elena Sofia Ricci, dopo le parole di Ermal Meta sull’orribile episodio accaduto a Palermo, ha deciso di raccontare la sua terribile esperienza di stupro avvenuta quando aveva solo 12 anni…

di Redazione Rumors.it | 23 Agosto 2023
Foto: Instagram @elenasofiaricci_officialpage

Nelle ultime ore il cantante Ermal Meta è stato al centro delle polemiche sui social. Il motivo? Il cantante ha preso una forte posizione rispetto al tragico episodio accaduto a Palermo, dove 7 ragazzi sono accusati di aver stuprato una ragazza 19enne. Ermal Meta ha mostrato tutta la sua indignazione: “Se mai ci andrete, a ognuno di voi cani auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate che cos’è uno stupro” ha scritto il cantante albanese sui social.

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Elena Sofia Ricci stupro: le storie delle donne vittime di violenza

Molti hanno criticato il cantante, in quanto le sue parole sarebbero a detta di loro diseducative e poco opportune. Ma tante donne non la pensano così. Infatti, il cantautore ha condiviso sul suo profilo Instagram i tantissimi messaggi che diverse donne gli hanno inviato raccontando con grande coraggio le loro tragiche esperienze. Tra queste, troviamo anche l’ attrice Elena Sofia Ricci che ha anche difeso il cantante. “La tua anima bella non può essere fraintesa. A 12 anni tentai di proteggermi con un disegno che avevo fatto, un foglio di carta colorato, dall’abuso di un signore molto grande e molto stimato che conosceva bene la mia famiglia. Ho potuto parlarne solo pochi anni fa. Segni che restano per sempre“.

 

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Elena Sofia Ricci Ermal Meta: la storia dell’attrice

In passato l’attrice aveva già rivelato l’orribile episodio che le è accaduto a 12 anni e spiegò che non ha voluto denunciare l’accaduto per non recare dolore alla madre. In alcune interviste, confidandosi a cuore aperto, ha raccontato: “Ora che mia mamma è venuta a mancare, posso parlare con libertà. Non l’ho mai dichiarato prima perché purtroppo è stata mia madre a consegnarmi inconsapevolmente nelle mani del mio carnefice, mandandomi in vacanza con un amico di famiglia. Non ne sono ancora fuori del tutto, è come avere un imprinting, che non ti scegli ma ti ritrovi addosso”.

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