Amore e morte. Musica e cinema. Famiglia e egoismo. Equilibrio e genialità. Vittoria e fallimento. Maestro è un film che indaga la forza devastatrice della dicotomia, messa in scena – e in musica – attraverso la vita di un genio formidabile, come è stato Leonard Bernstein. Una tensione logorante verso l’armonia perfetta, così nella musica come nella vita, che si manifesta non tanto nel racconto della carriera, bensì della storia d’amore del compositore e direttore d’orchestra, interpretato da Bradley Cooper, con la moglie Felicita Montealegre, interpretata da una monumentale Carey Mulligan.
Unendosi alla corrente di successo dei biopic, Maestro porta sul grande schermo la storia di Leonard Bernstein, direttore d’orchestra, autore della colonna sonora di Fronte del porto, ideatore, esecutore e creatore di West Side Story. Ma lo fa affiancando al racconto del talento, che traspare dalle musiche e dalle incredibili scene in cui dirige l’orchestra (per cui Bradley Cooper ha confessato di aver studiato 6 anni) – che riportano la memoria a quelle di Tàr, il biopic con Cate Blanchett dedicato a Lydia Tàr (allieva di Bernstein) -, quello della storia d’amore con la moglie e degli ostacoli da affrontare quando si divide la vita con personalità ingombranti. Un espediente utile a far emergere la contraddizione che sottende la genialità, il tormento romantico derivato dalla ricerca continua di un’armonia, di un senso.
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Maestro film Bradley Cooper instaura un’armoniosa dialettica tra cinema e musica
Nella sua seconda prova da regista, dopo l’incredibile successo di A Star is Born, Bradley Cooper dimostra una maestria – evidentemente influenzata dalla produzione di Spielberg e Scorsese – nei confronti della sintesi di cinema e musica: anche in Maestro, infatti, musica e cinema instaurano un’armoniosa dialettica, in cui la meravigliosa fotografia – che raggiunge il massimo rigore con il bianco e nero – con virtuosi movimenti di macchina si mette al servizio della musica, allo stesso tempo protagonista e strumento del film. Seppur nella sua languida lentezza, utilizzata in funzione di un’indagine profonda dell’interiorità di Bernstein, Maestro è uno sguardo complessivo e ambizioso sulla vita del compositore e direttore d’orchestra, raccontato attraverso il suo rapporto con l’amore per la moglie – complice, sostenitrice, musa, ma che nemica e specchio fastidioso del protagonista – che l’eccellente performance di Carey Mulligan ha saputo elevare, regalando al pubblico un racconto intimo – ma mai pretenzioso – e emozionante.
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