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Cristiana Capotondi: “Le molestie vanno denunciate”

L’attrice interviene anche sul caso Fausto Brizzi Cristiana Capotondi nel film ‘Nome di Donna’, di Marco Tullio Giordana, interpreta il ruolo di una ragazza che, con grande coraggio, denuncia il suo capo per le molestie subite sul luogo di lavoro. L’attrice, in un’intervista rilasciata al settimanale F, nel solco dei movimenti che sono nati in America, […]

di Ruggero Biamonti | 7 Marzo 2018
Foto: Venturelli/WireImage

L’attrice interviene anche sul caso Fausto Brizzi

Cristiana Capotondi nel film ‘Nome di Donna’, di Marco Tullio Giordana, interpreta il ruolo di una ragazza che, con grande coraggio, denuncia il suo capo per le molestie subite sul luogo di lavoro.

L’attrice, in un’intervista rilasciata al settimanale F, nel solco dei movimenti che sono nati in America, come #MeToo e Time’s Up,  esorta a denunciare qualsiasi forma di discriminazione ai danni dell’universo femminile: “Se una persona ha subito degli abusi, deve dirlo, anche all’interno del suo ambiente professionale, condividendo con le altre donne quello che ha vissuto”.

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Nel film alcune donne accettano le avances del capo per tornaconto personale e la Capotondi su questo punto è netta: “Non giudico moralmente chi, per scelta personale, decide di utilizzare il corpo per ottenere facilitazioni professionali, però vedo una sorta di concorrenza sleale. E poi faccio l’attrice, ma chi è medico, chi entra in sala operatoria? Io vorrei che una donna arrivasse lì perché è brava a sistemarti la mano, perché è la migliore scelta, non la più carina”.

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Foto: Ufficio Stampa

E se qualcuno le ricorda che nel recente passato ha difeso il regista Fausto Brizzi, accusato da una serie di attrici di averle molestate durante i provini, ci tiene a puntualizzare: “Io non ho difeso Brizzi, ho solo parlato della mia personale esperienza con lui. Non posso sapere cosa sia capitato a quelle ragazze che hanno parlato in tv, ma so per certo che bisogna stare attenti ai processi mediatici. L’opinione pubblica ha un peso pazzesco in queste vicende e se si cede a certe dinamiche si rischia di perdere di vista il processo culturale che va innescato”.

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Secondo Cristiana Capotondi, però, questa battaglia non deve diventare di genere, ma “Un percorso che dobbiamo compiere insieme agli uomini perché ci sono tanti di loro che rispettano le donne e non si sentono rappresentati dal mostro molestatore”.

Ruggero Biamonti