Kevin Spacey, dopo il processo, fermato per ecceso di velicità
Kevin Spacey sembra non riuscire a stare lontano dai problemi. Era da poco tornato a Washington quando è stato fermato dalla polizia per eccesso di velocità. Evidentemente non vedeva l’ora di tornare a casa, dopo essere stato a Nantucket per il processo che lo vede coinvolto. Cinque anni fa avrebbe molestato un 17enne, ed è stato quindi chiamato a rispondere per queste accuse in tribunale. L’attore aveva richiesto al giudice di poter evitare la sentenza pubblica, in modo da non lenire ulteriormente la sua immagine. La sua presenza avrebbe “amplificato la pubblicità negativa già generata in relazione a questo caso e l’interesse pregiudizievole dei media nei confronti di Spacey” come ha scritto il suo legale.
Spacey sicuramente non si sarebbe immaginato, al ritorno dal processo, di essere nuovamente fermato dalla polizia. Viaggiava in autostrada dall’aeroporto verso Washington, il suo avvocato sul sedile passeggeri, quando le forze dell’ordine lo invitano ad accostare. Forse confuso dall’abbigliamento semplice e quasi appositamente anonimo di Spacey, impermeabile e cappello grigi, ma il poliziotto non ha capito di chi stesse alla guida dell’autovettura.
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Foto: PrPhotos
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“Patente e libretto” chiede il poliziotto, immaginiamo solo cosa avrà pensato quando – vista la carta d’identità del notissimo attore – si sia reso conto di chi aveva fermato. Dopo un primo momento di imbarazzo il poliziotto decide di non fare la multa all’attore, ma di lasciargli un semplice richiamo verbale. Niente di tragico, quindi, ad aggiungersi alla serie di imprevisti e grandi problemi che imperversano la vita dell’attore. Durante la sentenza svoltasi il 7 gennaio ha deciso di non parlare, ma di utilizzare il suo avvocato come portavoce. Si è dichiarato innocente rispetto ai fatti.
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L’attore dovrà presentarsi nuovamente in aula il 4 marzo, il giudice Thomas Barrett gli ha fatto sapere che la sua presenza non sarà necessaria. Spacey dovrà comunque attenersi dall’evitare il contatto con la vittima e la sua famiglia. Il processo, iniziato un anno dopo le accuse, sembra ancora non avvicinarsi ad una conclusione.
Valeria Pacileo
