La confessione è tratta dalla sua biografia “The beauty of living twice”
L’attrice Sharon Stone ha raccontato che, quando erano piccole, lei e sua sorella Kelly subirono molestie sessuali da parte del nonno. Erano soltanto delle bambine, e hanno dovuto fare i conti con il mostro dentro casa: il nonno materno, Clarence Lawson, si approfittava di loro con la complicità della nonna, sua moglie, che le chiudeva a chiave nella stanza con il marito.
L’incubo è andato avanti fino alla morte dell’uomo. Il giorno in cui l’attrice lo ha visto nella bara, quando aveva ormai 14 anni, non riusciva a credere che fosse davvero finita. La storia è raccontata nella biografia della Stone, “The Beauty of Living Twice”: nei giorni scorsi sono stati pubblicati altri estratti altrettanto sconvolgenti, come la richiesta di fare sesso sul set di un film o l’inganno nella famosa scena dell’interrogatorio di “Basic Instinct”.
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Foto: Ampas
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“La nonna ci chiudeva a chiave nella stanza con il nonno e poi lui ci molestava” ha scritto l’attrice sessantatreenne nel libro. “Quando lui era steso nella bara, l’ho toccato con la mano e l’incredibile soddisfazione che ho provato quando mi sono resa conto che era finalmente morto, mi ha colpita come una tonnellata di ghiaccio. Ho guardato Kelly e lei ha capito: aveva 11 anni ed era finita”. Nelle sue memorie Sharon ha ricordato anche l’ictus che quasi la uccise vent’anni fa: l’esperienza le ha insegnato a diventare più calma, tant’è che in seguito è anche diventata buddista.
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Sharon Stone abusi sessuali da parte di suo nonno materno, con l’assurda complicità della nonna
Questa non è però stata la sola esperienza drammatica vissuta nel 2001: la Stone scoprì pure di avere “degli enormi tumori benigni al seno“. Una volta asportati, fu necessario l’inserimento delle protesi, che però il chirurgo scelse arbitrariamente più grandi rispetto a quelle concordate. La giustificazione? “Perché secondo lui sarei stata più bella con un seno più grande, che stava meglio con i miei fianchi. Così decise di cambiare il mio corpo a mia insaputa o senza il mio consenso”.
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