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Pino Palladino: il bassista delle più grandi band

Il suo nome è noto a pochi, eppure ha suonato con gruppi che hanno fatto la storia della musica Ha lavorato con chiunque: da Adele ad Elton John, dai The Who al re dell’R&B D’Angelo. Eppure Pino Palladino ha sempre vissuto lontano dai riflettori, fino ad oggi: l’artista ha rilasciato un’intervista a cuore aperto al […]

di Redazione di Rumors.it | 6 Aprile 2021
Foto: Instagram

Il suo nome è noto a pochi, eppure ha suonato con gruppi che hanno fatto la storia della musica

Ha lavorato con chiunque: da Adele ad Elton John, dai The Who al re dell’R&B D’Angelo. Eppure Pino Palladino ha sempre vissuto lontano dai riflettori, fino ad oggi: l’artista ha rilasciato un’intervista a cuore aperto al The Guardian, in cui ripercorre la sua brillante carriera. Lo ammette lui stesso: non è uno abituato a rilasciare interviste. “C’è stato un periodo in cui apparivo su tutte le riviste di musica, e di me stesso pensavo “Ma levati, c’è gente là fuori che ha davvero bisogno di pubblicità”. Non era per vantarmi, semplicemente non volevo vedere né sentire nessuna notizia su di me”.

Difficile non strabuzzare gli occhi se si considera il numero di dischi venduti che contengono i frutti del suo lavoro, due dei quali sono tra gli album più venduti del 21° secolo: 21 di AdeleDivide di Ed Sheeran. Per non parlare di Rod Stewart, Elton John, Bryan Ferry, John Mayer, Simon & Garfunkel e Keith Richards. La sua versatilità e onnipresenza sono rinomate nell’industria della musica.

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Per essere un musicista che è stato ovunque negli ultimi quarant’anni, Palladino è rimasto tutto sommato sconosciuto al di fuori della cerchia degli esperti. Infatti, è riuscito (non si sa come) a far parte degli Who per 14 anni senza mai perdere quella che lui stesso chiama una “posizione invisibile”. Gallese, dotato del tipico umorismo asciutto e autoironico britannico, dice che il suo primo pensiero quando inizia a lavorare per un nuovo artista è sempre “non mandare tutto in vacca!“. Ora sta per rilasciare un album, Notes With Attachments: una raccolta affascinante di pezzi strumentali sperimentali, a metà strada tra il jazz e l’ambient.

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Pino Palladino chi è: un bassista con una carriera sfavillante, eppure così sconosciuto al grande pubblico

L’album è realizzato insieme a Blake Mills: i due hanno prodotto per Fiona Apple e Laura Marling e si sono incontrati mentre lavoravano ad un album di John Legend. “Qualcosa è subito scattato tra noi, lui mi ha subito detto: ‘Hai mai pensato ad un album da solista?’. Beh, eccome se ci avevo pensato!” ride Palladino. “Ci ho pensato per quarant’anni, ma non ho mai saputo da dove cominciare”. Palladino confessa di “non impazzire più all’idea di andare in tour”: ha smesso di suonare con gli Who nel 2016, ma che sta considerando qualche concerto qua e là per presentare Notes With Attachments – pandemia permettendo, naturalmente. Fino a quel momento, la vita da musicista a Los Angeles non si ferma, un tampone dopo l’altro. “Il cinema e la musica sono considerati essenziali per l’economia qui, una bomba, no?” ride Palladino. “Se ci pensi è molto meglio della Gran Bretagna che ti avverte: se sei un musicista forse è meglio che ti trovi un altro lavoro”.

 

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