Questa mattina, 20 maggio, Francesco Lombardo, l’ex maresciallo della Polizia giudiziaria di Marsala che ha indagato sulla scomparsa di Denise Pipitone, è intervenuto in diretta a Mattino Cinque. In collegamento video con Federica Panicucci, a proposito delle celle telefoniche che sono state agganciate all’epoca della scomparsa, vicino al magazzino dove si pensava fosse tenuta in ostaggio la bambina, Lombardo ha rilasciato una dichiarazione importante.
“Il telefono era spento, ma sull’utenza telefonica è arrivato lo stesso un messaggio. La SIM però, nel frattempo era stata tolta. Quindi il sistema non riusciva a consegnare il messaggio, che continuava a cercare la rete, anche se il telefono era spento. Per questo, durante la notte ci sono le celle agganciante”, ha spiegato Lombardo.
Quarto Grado: nuove e importanti testimonianze su Denise Pipitone |SCOPRI
Caso Pipitone, furia dell’avvocato: “Chiamarlo trash è un eufemismo” |LEGGI
Alla domanda sulla possibilità che Anna Corona avesse dato in uso il suo telefono a qualcun altro o che, eventualmente, questo altro si sia spostato, l’ex maresciallo aggiunge: “O un’altra persona o lei stessa ha messo la sua scheda su un altro cellulare”. Sul fatto che le indagini possano avere una svolta decisiva, Lombardo conclude: “Sì. Ce lo auguriamo”.
Il caso Olesya-Denise Pipitone: tutta una farsa? |SCOPRI
Denise Pipitone news: l’ex maresciallo Lombardo torna a parlare
Il caso di Denise Pipitone è tornato sotto i riflettori italiani dopo che una sosia di Denise, Olesya Rostova, aveva lanciato un appello per ritrovare i suoi genitori durante una trasmissione russa. Dopo le analisi del sangue, è stato scoperto che Olesya non fosse la scomparsa Denise, ma la vicenda ha comunque aiutato nella direzione di una riapertura delle indagini.
