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Barbara Boncompagni ricorda la Carrà: “Mi viene a mancare un pilastro di vita”

La Carrà è stata per le figlie di Boncompagni come una madre, e adesso Barbara ha deciso di raccontare un lato inedito di Raffaella

di Redazione Rumors.it | 8 Luglio 2021
Foto: IPA Agency

Era il 1968 quando Raffaella Carrà è pian piano entrata nella vita della piccola Barbara Boncompagni, che al tempo aveva solo 5 anni. La cantante e Gianni Boncompagni infatti si erano fidanzati proprio quell’anno, dando inizio ad un intenso amore durato 11 anni. Un legame tanto importante per la coppia, quanto per le tre figlie dell’autore televisivo: la soubrette divenne per le bambine una figura di riferimento. In occasione della sua scomparsa, Barbara ha voluto celebrarla, condividendo dei ricordi molto intimi legati alla sua infanzia. “A Raffaella piaceva stare al mare e giocare, era una grande appassionata di Burraco. Aveva avuto una vita da single ed essere dominata dalle carte la divertiva. E poi adorava viaggiare, le cene con pochi amici e cibo buono” ha raccontato la figlia del conduttore.

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“Era appagata e non si è mai lamentata della vita privata, del non avere avuto figli, prima non li aveva cercati, poi non erano venuti. Ne aveva adottati a distanza e voleva un gran bene ai nipoti. Ogni volta che andavo a cena da lei mi chiedeva: ‘vieni con i gioielli?’, indicando i miei figli”. Barbara ha raccontato del “ rapporto parentale” che la legava alla storica compagna del padre: “Le nostre chiacchierate erano epiche, mi ha sempre consigliato sia sul lavoro sia sul privato. Era una donna priva di pregiudizi, era una donna libera. Non andava dove non voleva, o bianco o nero. Mai un compromesso: un lusso che si è conquistata a caro prezzo”.

Raffaella Carrà Barbara Boncompagni

Foto: Ufficio Stampa

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Un rapporto molto intenso, quasi madre-figlia, che è forse la cosa che Barbara rimpiange di più: “Io andavo da lei, non da mio padre. Mi viene a mancare un amore materno, un pilastro di vita. Sento franarmi la terra sotto i piedi. È un cazzottone forte allo stomaco”. Per quanto riguarda invece la malattia della soubrette, ha raccontato: “Non si sapeva e non si sa nulla. Aveva preso la scelta di non far soffrire, il massimo della riservatezza. È andata via in punta di piedi come i grandi, come Ennio Morricone. Oltretutto lei detestava le celebrazioni, non era per il passato. Credeva di non smuovere l’aria così facendo, invece il dolore collettivo per questa figura luminosa ha preso il sopravvento pure su di lei”.

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Raffaella Carrà Barbara Boncompagni: i ricordi intimi della Carrà

Grazie alle parole della figlia di Boncompagni è stato possibile conoscere una Raffaella più intima e privata: “Dentro casa era un ciclone. Me la ricordo come Mary Poppins. Sin da ragazzina mi portava con lei in tournée, potevo vedere il modo in cui si preparava. Era dotata di una grande serietà, ma anche di grande leggerezza, non faceva mai pesare le sue scelte”. Ha anche aggiunto che la Carrà era una donna “riservatissima. Era consapevole di essere famosa e non amava andare troppo in giro in luoghi pubblici. Diceva: se vado nei ristoranti, o a certe manifestazioni, le persone mi riconoscono, mi fermano e magari giustamente mi chiedono la foto, l’autografo… Io preferisco stare nell’ombra. Non amava fare la diva. Proveniva da una storia familiare semplice, era dotata di una umiltà impressionante“. Ha poi concluso ricordando il grande rispetto che nutriva nei suoi confronti: “Se ne è andata da signora, quale era. In rigoroso silenzio. Non me la posso immaginare vecchia e malata, Raffaella ha lasciato un’immagine di sé assolutamente perfetta. Se potessi ancora dirle qualcosa, le direi: quanto bene ti voglio”.

Foto: Ufficio stampa