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Paola Turani e la sua battaglia con il DCA: “Ero intrappolata in un circolo vizioso”

Paola Turani ha condiviso sul proprio profilo Instagram un post pieno di indignazione in cui affronta il tema dei disturbi alimentari per i quali il Governo ha azzerato i fondi: le sue parole

di Redazione Rumors.it | 10 Gennaio 2024
Foto: Instagram @paolaturani

In questo ultimo periodo, si è sentito parlare molto delle azioni intraprese da parte del Governo per quanto riguarda lo stanziamento dei fondi: si parla dei cosiddetti “bonus“, una luce in fondo al tunnel che puntualmente viene spenta. Perché? Perché i fondi puntualmente non sono mai sufficienti e spesso le proposte finiscono con un buco nell’acqua. In particolare, con la nuova legge di Bilancio, ha fatto molto scalpore sapere che è stato azzerato il fondo per il contrasto ai DCA (Disturbi del comportamento alimentare). In prima linea a manifestare il proprio dissenso e sgomento è stata la modella Paola Turani. Nelle scorse ore, Paola ha condiviso sul proprio profilo Instagram un post in cui ha espresso il proprio pensiero sulla triste vicenda e ha avuto modo di raccontare di questa malattia che purtroppo anche lei ha dovuto sopportare e combattere sulla sua pelle.

Paola Turani contro i disturbi alimentari: le sue parole sui social

Che con la nuova legge di Bilancio si sia azzerato il fondo per il contrasto dei Disturbi dell’alimentazione è follia. È inammissibile se si pensa che i DCA sono la prima causa di morte tra i giovani (Escludendo gli incidenti stradali). Di conseguenza verranno chiusi reparti, licenziati professionisti, molti pazienti e le loro famiglie si ritroveranno da soli ad affrontare situazioni difficili senza supporto perché i DCA necessitano di una terapia psicologica e fisica complessa che troppe volte si tende a sminuire o, peggio ancora, a ignorare. Oggi leggevo le parole di Serena che sta combattendo contro l’anoressia e la sua battaglia in parte la conosco…

Da questo punto in avanti, Paola ha iniziato a raccontare della sua esperienza personale con la malattia e del periodo di grande sofferenza e fragilità che aveva vissuto dovuto al suo percorso professionale come modella:

Avevo vent’anni quando, in seguito a una forte pressione psicologica e un meccanismo malato per cui le taglie erano sempre più piccole, iniziai a mangiare meno, a saltare i pasti, poi a non allenarmi più per paura di “ingrossare” e infine a mangiare solo una mela al giorno. Vivevo a Parigi, fare la modella non era semplice: molta competizione e standard altissimi. Ero finita intrappolata in un circolo vizioso pericolosissimo innescato nella mia testa, ma io amavo troppo il mio lavoro. Mi ero isolata da tutti, perché la malattia questo fa. Ti toglie tutto. Ricordo che più dimagrivo e più i miei agenti erano soddisfatti, io lavoravo di più. “Non sei mai abbastanza magra per Parigi” dicevano. Un’ambiente tossico…sono riuscita a staccarmi solo qualche anno dopo capendo che la mia vita contava molto di più di una stupida taglia e che se avessero voluto, mi avrebbero scelta anche con qualche kg in più. Ma soprattutto, che stare con amici e famiglia aveva un valore troppo alto per perderlo. Così tornai a casa. Continuai a lavorare, ma alle mie regole. E andò pure meglio!… Così iniziò un lungo percorso, un lavoro di auto-accettazione che non sempre andava di pari passo con i canoni estetici imposti dalla moda a quel tempo, raggiungendo il mio prezioso equilibrio esteriore ma soprattutto interiore. Non so se queste parole potranno aiutare qualcuno, ma è giusto parlarne. In un momento in cui invece di andare avanti, sembra si stia tornando indietro. Purtroppo.

 

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