Il figlio ha concluso le cure ed è dagli zii in Argentina
Grande gioia a casa di Michael Bublé dopo mesi di sofferenza e ansia per le sorti del figlio Noah a cui era stato diagnosticato un cancro al fegato. Il cantante si era preso una pausa da tutte le sue attività artistiche per potersi dedicare interamente al bambino che stava affrontando una battaglia molto dura.
Noah è stato sottoposto a cure negli Stati Uniti e Bublé e la moglie si sono dedicati anima e corpo lui. All’inizio di febbraio sono arrivate le prime buone notizie dopo che la zia del bambino, Daniela Lopilato, sorella maggiore della moglie del cantante, Luisana, aveva rivelato: “Il tumore sta andando via e lui sta guarendo, siamo tutti molto contenti”.
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Poi era stato lo stesso Michael Bublé a scrivere: “Siamo felici di poter annunciare che nostro figlio Noah sta procedendo bene con il suo trattamento e i medici sono molto ottimisti per il futuro del nostro bambino. E’ stato coraggioso in tutto e noi continuiamo a essere ispirati dal suo coraggio. Ringraziamo Dio per la forza che ha dato a tutti noi. Non riusciamo ad esprimere a parole la nostra gratitudine nei confronti dei suoi medici”.
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Ora lo zio di Noah ha descritto il ritorno del ragazzo in Argentina, questa settimana, dopo il suo trattamento per il cancro al fegato come una “benedizione di Dio”. Dario Lopilato ha confermato che il bambino di tre anni è volato di nuovo a Buenos Aires con i suoi genitori, Michael Bublé e Luisana Lopilato, e il suo fratellino Elias.
Lo zio che è andato in aeroporto per accoglierli, ha detto: “L’unica cosa che posso dire come loro zio è che sono al settimo cielo per poter tornare a giocare con i miei nipoti. La cosa importante è che siamo tutti insieme qui in Argentina. Cosa posso dire! E’ una benedizione di Dio”.
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Insomma, pare proprio che il bambino sia fuori pericolo e il suo corpo abbia risposto al meglio alle terapie a cui è stato sottoposto. Lo zio ringrazia anche tutti fan di Boublé: “Il sostegno delle persone è stato incredibile. Abbiamo davvero apprezzato tutte le loro preghiere”.
