x

x

Antonello Venditti e l’elogio di Matteo Salvini

Poco prima del suo 70esimo compleanno, il cantante si racconta “Sai che te dico, io mo’ me butto ar fiume”, minacciava Antonello Venditti nella sua prima canzone, “Sora Rosa”, scritta a 14 anni nel 1963. “Scaricavo nelle canzoni ciò che avevo dentro e la prospettiva del suicidio, invece di sembrarmi drammatica, mi pareva la soluzione […]

di Ruggero Biamonti | 5 Marzo 2019
Foto: Giovanni Canitano

Poco prima del suo 70esimo compleanno, il cantante si racconta

“Sai che te dico, io mo’ me butto ar fiume”, minacciava Antonello Venditti nella sua prima canzone, “Sora Rosa”, scritta a 14 anni nel 1963. “Scaricavo nelle canzoni ciò che avevo dentro e la prospettiva del suicidio, invece di sembrarmi drammatica, mi pareva la soluzione del problema”, racconta il cantautore a Vanity Fair, nel numero in edicola da mercoledì 6 marzo, ora che di anni ne sta per compiere 70.

Li festeggia venerdì 8 marzo, Sotto il segno dei pesci, come il titolo del singolo e dell’album che uscì proprio un 8 marzo (del 1978), e a cui ha dedicato una recente riedizione e un nuovo tour appena iniziato a Bologna: le candeline verranno spente il giorno della seconda data, nella sua Roma. Il problema a cui da ragazzo cercava la soluzione, spiega nell’intervista a Malcom Pagani, era “la mia infelicità… Da adolescente grasso, se parliamo di bullismo, non avevo niente da invidiare a nessuno. Ero tra quelli che sentivano le risatine al loro passaggio e se una ragazza mi sorrideva neanche ci credevo… Mi chiamavano ‘Cicciabomba’, pesavo quasi 100 chili”.

Lorella Cuccarini razzista? Lei non ci sta e replica così | SCOPRI 

Foto: Gianluca Simoni Chiaroscuro Creative

Laura Pausini in costume mozzafiato, fa impazzire tutti | LEGGI 

Non aiutava certo l’autostima il rapporto con la madre, una grecista severissima: “Sperava nei miei fallimenti, considerava le mie canzoni poco meno che spazzatura e a mio padre Vincenzo, convinta di non essere ascoltata, diceva di me: ‘Il ragazzo è cretino’ … Era talmente poca la stima che avevo di me che mi attaccavo all’unico vizio che mi era concesso: il cibo. Mangiavo tutto il giorno. Arrivato a 94 chili, ma forse anche a 98, dissi basta: ‘Ma non vedete che sono un baule?'” I suoi famosi occhiali a goccia c’entrano con una ragazza incontrata negli anni 70: “Aveva dei meravigliosi Rayban marroni… Mi raccontò che erano dello stesso modello che usavano i piloti dei bombardieri americani in Vietnam. Per fumare infilavano una sigaretta al centro della montatura perché il diametro era perfetto ed era stato studiato appositamente. Pensai: posso trasformare un simbolo di guerra per cantare la pace? Se li indosso io, forse, posso dare a questi occhiali un significato diverso. E così feci”. 

A proposito di realtà, quella della musica italiana, oggi, lo entusiasma: «Non c’era un periodo di questo tipo dagli anni 70. Ci sono migliaia di ragazzi e ragazze che fanno musica e che cercano unità in questa frammentazione. Persone che mi vedono contemporaneo e non come un pezzo di passato». Il rapper Ultimo, per esempio: “L’incontro con lui è stato un miracolo di Sanremo. La notte in cui non si sapeva dove fosse finito, era al telefono con me. Abbiamo fatto le 4 e 30 del mattino. Sono stato un amico e un amico non è quello che ti blandisce, né ti fa la ramanzina, ma quello che ti dice le cose come stanno. Ultimo è molto simile a come ero io alla sua età. Solo che è partito da San Basilio, senza strumenti, mentre io venivo da un quartiere borghese e alla fine mi sono anche laureato. Ultimo è passato da 0 a 10 in pochi mesi. Ha avuto una strada stretta per arrivare dov’è, ed è pronto a rinunciare a tutto. Mi piace”.

Anna Falchi mette in guardia le influencer | ESPLORA 

Nella realtà che guarda in modo non scontato c’è anche Matteo Salvini: “Parla il linguaggio dell’epoca in cui vive. In questo tempo, devi avere il linguaggio del nostro tempo. Sarebbe interessante trovare un giovane uomo o donna di sinistra che abbia la capacità di comunicare con gli altri come fa Salvini. Sul tema dei migranti, non possiamo non dire che la politica di Minniti era più a ‘destra’ di quella di Salvini. Cosa c’è di diverso? Il linguaggio. Mette una felpa della Polizia e diventa poliziotto. Ha una capacità di immedesimazione fenomenale. È credibile. E gli altri lo attaccano sul piano sbagliato: sulla Diciotti, la gente vede i risultati, e per la stessa Unione Europea, che pure ci ha attaccato a ripetizione, il caso Diciotti è chiuso. Salvini ha agito in nome di un superiore interesse nazionale, l’hanno capito tutti. Tutta Europa.”