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Pif redivivo si interroga sulle contraddizioni della nostra società

Momenti di trascurabile felicità è il nuovo film dell’attore Lo yoga e l’Autan non sono in contraddizione? La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo? Perché il primo taxi della fila non è mai davvero il primo? Perché il martello frangi vetro è chiuso spesso dentro una bacheca di vetro? E la frase: […]

di Ruggero Biamonti | 17 Marzo 2019
Foto: Ufficio Stampa

Momenti di trascurabile felicità è il nuovo film dell’attore

Lo yoga e l’Autan non sono in contraddizione? La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo? Perché il primo taxi della fila non è mai davvero il primo? Perché il martello frangi vetro è chiuso spesso dentro una bacheca di vetro?

E la frase: ti penso sempre, ma non tutti i giorni, che sembra bella, è davvero bella? A queste, e ad altre questioni fondamentali, cerca di dare una risposta Paolo (Pif), cui rimangono solo 1 ora e 32 minuti per fare i conti con i punti salienti della sua vita.

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“Ho sempre molto amato i due libri di Francesco Piccolo da cui è stato tratto il film (Momenti di trascurabile felicità, regia Daniele Lucchetti). Mi capita spesso di regalarli o di citarne alcuni passi perché so che tra i mille paragrafi di queste memorie minime ed immaginarie c’è qualcosa che prima o poi sembra riguardare il lettore. Che si tratti di storie chiaramente paradossali, o di paragrafi fulminanti, c’è sempre il momento in cui diciamo: ma questo sono io!”, dice il regista Daniele Lucchetti.

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“La consapevolezza di avere un materiale narrativo così indovinato, un attore come Pif, che incoraggia il nostro sguardo a stare dalla sua parte, mi spingeva a provare a toccare il meno possibile il testo – continua il regista – Eppure Francesco Piccolo ed io non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo aggiunto molto, inventando una cornice ispirata a certi vecchi film, ed abbiamo appoggiato questi ‘momenti’ tra cielo e terra, ovvero tra il paradiso vero e proprio e la città di Palermo, dove si svolge la storia, perché abbandonare Palermo – per l’aldilà – è più struggente di  altri abbandoni più freddi e nebbiosi. Attorno a lui una costellazione di affetti – Thony, Angelica Alleruzzo e Francesco Giammanco, un impiegato del paradiso – Renato Carpentieri –  e poco altro.