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Joaquin Phoenix e John C. Reilly: un destino dal quale non si può sfuggire

The Sisters Brothers in arrivo a maggio “Quando ci si trova con un fratello, una sorella o un parente c’è un certo senso di inesorabilità, la sensazione di essere ineluttabilmente legati,” riflette l’attore John C. Reilly. “Il rapporto non è una scelta, è il destino ed è il sangue. Non puoi sfuggirgli, ma riuscirai a […]

di Redazione di Rumors.it | 21 Aprile 2019
Foto: Ufficio Stampa

The Sisters Brothers in arrivo a maggio

“Quando ci si trova con un fratello, una sorella o un parente c’è un certo senso di inesorabilità, la sensazione di essere ineluttabilmente legati,” riflette l’attore John C. Reilly. “Il rapporto non è una scelta, è il destino ed è il sangue. Non puoi sfuggirgli, ma riuscirai a sopravvivergli?”

Con The Sisters Brothers (nei cinema dal 2 maggio) l’acclamato regista Jacques Audiard prende in mano le redini dei legami di sangue come aveva già fatto in precedenza, questa volta nel contesto del genere western. Il risultato è un film che unisce la tensione dei suoi ultimi lavori come Il profeta e Tutti i battiti del mio cuore con la compassione conquistata a fatica dei suoi più recenti Ruggine e ossa e Dheepan – Una nuova vita.

Audiard e il suo assiduo collaboratore Thomas Bidegain hanno adattato il romanzo di Patrick deWitt The Sisters Brothers, che era stato opzionato da Reilly e Alison Dickey come produttori nel 2011.

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Lo scrittore ricorda: “Avevo già lavorato con John su Terri, la cui sceneggiatura era un mio adattamento di alcuni miei scritti inediti. Il regista Azazel Jacobs ha letto The Sisters Brothers in bozza e ha pensato che questo materiale sarebbe piaciuto a John e mi ha chiesto se poteva dargli il libro e io gli ho risposto che ne sarei stato felice. La reazione di John è stata forte e, da subito, ha appoggiato e sostenuto il progetto.”

Il candidato all’Oscar ricorda: “Di solito tendo a procrastinare la lettura, ma quando ho ricevuto The Sisters Brothers l’ho letto in 24 ore. Mi sono subito immedesimato nei personaggi, specialmente in Eli Sisters. Riconosco la dinamica che ha con suo fratello Charlie perché ho anch’io tre fratelli. Era anche molto divertente e c’era un’accessibilità emotiva al posto dell’impenetrabilità da macho dei personaggi del genere western.”

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DeWitt spiega: “Ho pensato molto a Charles Portis, uno scrittore diventato famoso per True Grit (Il Grinta – Si fa sul serio) anche se i suoi altri libri non sono per niente western, e ai romanzi di Monterey di John Steinbeck. Avevo cominciato con una scena in cui due uomini dialogano in sella ai loro cavalli ed è stato un caso che poi abbia scritto un western.”

Reilly dice: “Quello che mi ha affascinato del linguaggio di Patrick nel libro è che noi diamo per scontato, grazie a film e storie televisive sul West, che le persone parlassero in modo chiassoso, vivace, irruento e invece ci si rende conto che forse non era affatto così. Non c’era la radio, il cinema o la televisione, solo la parola scritta. Ci doveva essere un esasperato senso della formalità — e trattare le persone con rispetto o senza poteva significare vita o morte.”

La collega produttrice di Reilly, Alison Dickey fa notare che: “Era da tempo che cercavamo un western da far fare a John; è una forma in cui possiamo raccontare delle storie fondamentali su noi stessi. Sono rimasta sveglia tutta la notte a leggere il libro, era fantastico.”