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Il debutto di Kahlo: “Ho sconfitto la timidezza grazie alla musica”

Kahlo debutta sul mercato discografico con un brano dalla sonorità elettro-pop Elisa Calogiuri, in arte Kahlo, giovanissima cantante, lancia il suo singolo d’esordio “Wasabi Japonica”. Con uno stile essenzialmente elettro-pop e un mondo interiore tutto da raccontare, Kahlo è pronta a fare il suo debutto sul mercato discografico. L’attitudine e la passione per la musica si […]

di Staff | 13 Marzo 2021
Foto: Walter Coppola

Kahlo debutta sul mercato discografico con un brano dalla sonorità elettro-pop

Elisa Calogiuri, in arte Kahlo, giovanissima cantante, lancia il suo singolo d’esordio “Wasabi Japonica”. Con uno stile essenzialmente elettro-pop e un mondo interiore tutto da raccontare, Kahlo è pronta a fare il suo debutto sul mercato discografico. L’attitudine e la passione per la musica si fanno sentire molto presto, tanto che all’età di 8 anni inizia a studiare canto, a 13 prende in mano la chitarra e non la lascia più.

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Dopo la partecipazione a molto concorsi, tra cui il Tour Music Fest (all’interno della tenuta che ospita il CET di Mogol), frequenta una scuola di musical, dove studia danza, canto e teatro. Nonostante la timidezza, una componente del suo carattere che l’ha molto ostacolata, la determinazione non le manca, infatti, dopo la maturità decide di trasferisce a Milano, dove incontra un produttore e inizia a creare nuovi brani con una sonorità del tutto nuova e un’identità artistica molto più definita.

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Kahlo: “Ci sono momenti in cui avrei voluto mollare, ma ho resistito”

Elisa cresce immersa nel mondo dell’arte tra danza, canto e teatro che presto diventano la sua vita. 23 anni e una grande determinazione verso il futuro, in cui Kahlo vede sia lo studio sia tanti nuovi progetti e, perché no, un brano in inglese. L’abbiamo incontrata per voi…

Da dove deriva il tuo nome d’arte? È voluto il riferimento alla poetessa Frida Kahlo?

Si certo ho, innanzitutto, preso spunto da Frida Kahlo perché credo che ci sia un qualcosa di magnetico in lei. L’ho sempre vista come un esempio di donna tenace, indipendente e sperimentatrice, un po’ come sono io nella musica perché mi piace sperimentare e osare. Quindi per me è un punto di riferimento.

Quando hai scoperto la tua passione per la musica?

Avevo 8 anni quando mia madre mi iscrisse ad una scuola di canto, è iniziato tutto per gioco. Poi mi sono accorta, col tempo, che cantare e scrivere era una necessità, un qualcosa che mi aiutava a liberarmi delle mie grida silenziose. Perché sono sempre stata una ragazza timida, che si teneva tutto dentro.

A che ora si ispira il tuo brano Wasabi Japonica?

Nasce da un pranzo fatto con una mia amica in un ristorante giapponese. Premetto che questo tipo di cucina non è così affine con i miei gusti però, quel giorno, ho voluto assecondare la mia amica e ho detto “proviamo”. Lei aveva già assaggiato la salsa wasabi, mentre io non la conoscevo, così ne ho preso un cucchiaino intero, ignara del fatto che fosse così piccante. Nel momento in cui l’ho assaggiata avevo un fuoco dentro, quindi, per ovvi motivi, mi è rimasto in mente il wasabi. Poi quando è nato il beat della canzone mi è venuto spontaneo associare “wasabi japonica” che è il nome della pianta. Ho collegato il sapore pungente alla descrizione della realtà di noi giovani quando ci abbandoniamo ai sentimenti e cadiamo nella trappola della delusione, una sensazione che è come il wasabi.

Hai mai pensato di cantare in inglese?

Si certo, quando scrivo i miei pezzi mi vengono spontaneamente anche in inglese perché è molto più semplice rispetto all’italiano. Nella nostra lingua diventa più complesso esprimere alcuni concetti, quindi mi aiuto attraverso l’uso dell’inglese.

Tu frequenti una scuola di musical, che rapporto hai con l’arte in generale?

Quando mia mamma mi iscrisse alla scuola di canto, in realtà, facevamo un po’ di tutto: danza, canto e teatro. Mi piace mettere in pratica ogni possibile sfumatura dell’arte perché mi ha sempre aiutato a sconfiggere la mia timidezza, insegnandomi ad essere più aperta.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi sono data una scadenza – io sono di Lecce e da quattro anni vivo a Milano – perché mi sono lanciata in diverse cose che non sempre sono andate per il verso giusto e per questo stavo perdendo la passione che mi ha sempre spinto a non mollare mai. Mi piacerebbe che le mie canzoni venissero ascoltate da tutti i giovani e magari poter fare qualche live per far conoscere la mia musica.

Sara Radegonda

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Foto: Walter Coppola