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Fedez: da pensatore controverso a opinionista sotto contratto?

Nuove rivelazioni sul rapper potrebbero screditare il suo impegno politico e sociale

di Priscilla Lucifora | 30 Maggio 2021
Fedez - Foto: Youtube

Fedez, al secolo Federico Lucia, negli ultimi anni si è guadagnato la reputazione di disturbatore controcorrente, che si mette contro i benpensanti e i poteri forti per esprimere le sue opinioni. Questa parabola, iniziata dagli scontri con Maurizio Gasparri su Twitter e culminata nella faida con la Rai ancora in corso, ha finito per coinvolgere anche la moglie, Chiara Ferragni, che da mesi ormai sensibilizza i suoi milioni di follower su questioni sociali e politiche.

Molti, però, a seguito del discorso fatto contro tutti e contro tutto sul palco del Concertone del Primo Maggio, osteggiato sia da alcune figure politiche italiane sia dagli stessi vertici della Rai, che sono stati duramente accusati di tentativo di censura dall’opinione pubblica, hanno dubitato della sincerità di Fedez, accusandolo di salire sul carrozzone di cause importanti, che hanno molta trazione sul dibattito social, semplicemente perché portatrici di popolarità.

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Ad avvalorare questi dubbi, arriva un’inchiesta dell’Espresso. Secondo questa fuga di notizie, infatti, il rapper lombardo, che con la Ferragni ha fondato, oltre che a un vero e proprio impero mediatico e imprenditoriale, anche una famiglia, allargatasi da poco con l’arrivo della secondogenita, Vittoria, sarebbe contrattualmente obbligato a “non rilasciare dichiarazioni inerenti al settore bancario e assicurativo che cagionino un danno alla società”.

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Ma di quale società si tratta? Doom, amministrata dalla mamma dell’influencer e rapper, Annamaria Berrinzaghi, attraverso il quale, riporta ancora L’Espresso “recluta artisti e li addestra ai social, li coinvolge in spettacoli per le banche e poi li ingaggia con la sua nuova casa discografica”. Questa società è finanziata a sua volta dal gruppo Be, da cui arriverebbero queste regole ferree, talmente ferree da essere regolate da un accordo scritto tra le parti. Una faccenda di famiglia, dunque, e una questione di autocensura obbligata prima che di interventi esterni. Questa inchiesta riuscirà a gettare delle ombre sulla credibilità dell’uomo di spettacolo?

P.L.