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Beppe Vessicchio si racconta: “Amici era un dovere. Adesso sono soddisfatto”

Il Maestro, paladino dei social, parla delle sue esperienze televisive e della sua amata famiglia al femminile

di Priscilla Lucifora | 29 Agosto 2021
Foto: Ufficio Stampa

Beppe Vessicchio ha conquistato a tutti gli effetti il titolo di meme, o di tormentone del web. A ogni edizione del Festival di Sanremo si aspetta con ansia il momento in cui verrà annunciato, e la sua figura risulta rassicurante e divertente per tantissimi utenti social che amano commentare i programmi televisivi in compagnia.

Ma cosa sappiamo di lui, della sua carriera e delle sue velleità? Sappiamo, ad esempio, che ha passato l’estate in Abruzzo, a fare il giro degli eremi celestiniani. Sappiamo anche che ha una nipote, Teresa, e ben due bisnipotine, Alice e Caterina. Intervistato dal Corriere della Sera, il Maestro ha spiegato la sua visione della vita, della famiglia, del lavoro, e non ha dimenticato di menzionare il suo impegno televisivo.

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Foto: Ufficio Stampa

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“C’è stato un momento della mia carriera in cui lavoravo moltissimo e soprattutto in televisione” ha infatti dichiarato. “C’era la serialità di Amici e di tanti altri programmi, una popolarità diffusa, capillare. Lusinghiera, non lo nascondo. Ma io sentivo che mi stavo immettendo in un’autostrada in cui facevo le cose per un senso di inerzia, per dovere, per lavoro”.

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Poi ha aggiunto: “Poi, a un certo punto, la serialità televisiva si interruppe. Per tanti motivi, incluso un sano ricambio di personaggi. In un primo momento rimasi spaesato, senza equilibrio. Ma dopo mi sono accorto che senza quel senso di ripetitività potevo fertilizzare la mia musica” e ha concluso: “E così ho ripreso in mano un pezzo che avevo cominciato a comporre da ragazzo, ho iniziato delle collaborazioni, magari meno stabili ma che mi danno tanta soddisfazione”.

Una di queste collaborazioni? Quella con Unicef: “Ci tengo molto, perché il tema dell’infanzia e della formazione dei ragazzi è sempre stato un mio chiodo fisso. Grazie a Unicef ho potuto visitare El sistema, in Venezuela, il progetto di educazione musicale aperto a tutti i ragazzi, ideato da Abreu. E presto sarò a Forcella, a Napoli, per un progetto con Forcella Brilla, il campo di educazione scientifica e tecnologica. Senza contare che seguirò dei giovani anche con un bel progetto legato ai Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026”.