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Beppe Vessicchio, niente Sanremo 2024: “La vita va avanti”. Ecco perché non ci sarà

Beppe Vessicchio non ci sarà a Sanremo 2024, lo ha confermato lo stesso direttore d’orchestra in un’intervista: ecco le sue parole

di Eleonora Galli | 24 Gennaio 2024
Beppe Vessicchio, Amici 21 - Foto: Ufficio stampa Mediaset

Non esiste Sanremo senza Beppe Vessicchio e questa è ormai un’affermazione condivisa dal pubblico italiano. Eppure anche quest’anno Amadeus non lo chiama come direttore d’orchestra. Lo ha confermato lo stesso Vessicchio attraverso un’intervista all‘Agi e, con una punta di dolore, conferma che anche quest’anno le porte di Sanremo saranno chiuse per lui. Ecco le sue parole.

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Il direttore d’orchestra ha indubbiamente il merito di aver dato una notorietà, un volto a un mestiere spesso snobbato dal pubblico poiché rimane dietro le quinte a comporre melodie che tutti possiamo cantare adesso. Ma il suo “dirige l’orchestra Beppe Vessicchio” è diventato quasi un mantra, una frase sacra di Sanremo e ha contribuito a far conoscere il compositore e direttore d’orchestra. Tuttavia, secondo Vessicchio anche questa percezione è cambiata nel tempo:

Siamo nell’era dove la narrazione visiva sovrasta qualunque altro linguaggio. Sposta tanti valori. La gente di norma dice “la canzone di Mina”, “la canzone di Bocelli”, “il pezzo di Mengoni” sorvolando sulla autentica paternità dei brani semplicemente perchè quello che ha visto, e continua a vedere, è la loro faccia abbinata a quella musica. Quindi Peppe Vessicchio direttore fa ombra a se stesso in quanto elaboratore e orchestratore del brano che si esegue. Lei pensi all’aria “Nessun dorma” di Puccini; non sa quante volte ho sentito chiamarla “Vincerò” di Pavarotti”.

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E poi Beppe è arrivato alla nota dolente: niente Sanremo per lui. Il direttore d’orchestra e compositore ammesso di non aver lavorato con e per nessuno dei cantanti in gara e che quindi l’orchestra dell’Ariston non vedrà la sua presenza:

Non ho lavorato per nessuno degli artisti che è stato invitato all’Ariston quindi è automatico che io non sia coinvolto nel Festival. L’attuale scena discografica è cambiata, molto, rispetto ad una decina di anni fa. Anche quelle competenze alle quali un’azienda del settore, oppure un artista, facevano riferimento per la scelta di un arrangiatore-direttore sono cambiate. Prima per garantirsi una trascrizione efficace, un interlocutore capace di dialogare con una struttura professionale complessa come l’orchestra (sono più di sessanta professori laureati nel proprio strumento) l’industria si riferiva a riconosciute figure professionali. Direttore e professori parlavano la stessa lingua.

Vessicchio ha inoltre aggiunto che ormai il panorama musicale è cambiato e i cantanti non si affidano più ai maestri di musica ma ai computer, ai produttori e maestri del mixaggio, relegando i compositori ad un ruolo marginale:

Le sequenze pre-registrate salvano la faccia a tutti l’orchestra non può rifiutarsi di assolvere al proprio compito e poi c’è la speranza di essere riconfermati. Forse al teatro dell’Opera, al Regio di Parma o all’Accademia di Santa Cecilia non sarebbe così ma è chiaro che quasi nessuno dei frequentatori del podio di Sanremo si avventurerebbe in quelle zone senza la sicurezza delle proprie capacità…

 

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