Un fascino senza età, o meglio, con un’età che onora ancora di più l’intramontabile bellezza di Jamie Lee Curtis. A 63 anni lo sguardo limpido e sincero, i capelli bianchi con il suo inconfondibile pixie cut dell’attrice americana hanno catturato l’attenzione della 78esima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. Qui ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera e ha presentato fuori concorso “Halloween Kills” di David Gordon Green interpretando, ancora una volta, Laurie Strode. “Ho fatto questo ruolo per 43 anni e tutti noi siamo cambiati nel frattempo, ma alla fine siamo tutti umani in fondo è quello che dice questo film: tutti sono Laurie e hanno paura, siamo insomma tutti nella stessa barca”, ha detto l’attrice dopo aver ricevuto il premio.
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Nessun passo indietro quando si è trattato di esporsi su temi scottanti come la politica: “Non è un bel momento ma anche in altri periodi storici è stato così. L’America è oggi un Paese diviso più che mai, ma non sempre vince il male spesso viene anche battuto. Donald Trump non è certo l’unica persona che ha diffuso il male e la disinformazione. Questo è un problema molto più grande del signor Trump, è un problema sistemico. Siamo tutti coinvolti” ha attentamente analizzato la celebre figlia degli attori Tony Curtis e Janet Leigh che tramite la sua carriera ha fatto scivolare di dosso la nomea della genetica per imporre il suo nome e la sua personalità.
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Sulle donne e sul cinema di oggi ha proferito la sua idea: “Penso che le cose stiano cambiando. Se pensi a Patty Jenkins che ha dimostrato come una donna possa dirigere un film di grandi dimensioni come ‘Wonder Woman‘ e avere anche molto successo. E poi c’è ‘Black Widow‘ con Scarlett Johansson che è un film con al centro le donne. A Venezia poi spero che tutti abbiate visto ‘Last daughter‘ di Maggie Gyllenhall, scritto e diretto e interpretato da donne. Insomma i cambiamenti ci sono e stanno arrivando”.
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Jamie Lee Curtis Venezia 2021: l’attrice ha ricevuto il premio alla carriera
Ma tutta l’attenzione di Curtis è per il figlio transgender, ora Ruby, di cui lei stessa celebrerà le nozze l’anno prossimo. “La bellezza di essere un genitore è che sostieni i tuoi figli durante tutte le loro vite come sei stato sostenuto tu” ha detto Jamie, visibilmente commossa. “Ho imparato molto nel vedere mio figlio cambiare genere, in fondo la stessa vita è una metamorfosi costante. Quindi, dal mio punto di vista, è la sua storia da raccontare, non la mia“. Sono queste le storie di cui il cinema, quello con il fine di lasciare qualcosa agli spettatori, ha bisogno.
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