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La caduta della casa degli Usher: la legge del contrappasso secondo Mike Flanagan

La nuova serie Netflix di Mike Flanagan, La caduta della casa degli Usher, è un Succesion dai toni horror in cui si è partecipi della disfatta di una ricca famiglia, chiamata a rispondere del proprio peccato originale

di Sara Radegonda | 23 Ottobre 2023
Foto: Eike Schroter/Netflix © 2023

Lasciate ogni speranza o voi che entrate. Perché La caduta della casa degli Usher è una discesa agli inferi, lenta, disturbante, inesorabile. Una rovinosa caduta dall’Eden, fatto di fatua ricchezza e acciecato dalla vana promessa “di un mondo privo di dolore”, al fango più putrido della colpa, ad opera di Roderick e Madeline Usher, due spietati fratelli, padroni dell’azienda Fortunato che come Adamo ed Eva cedono all’ammaliante voce del serpente, decidendo all’unanimità di cogliere la mela proibita. Un frutto dall’aspetto impeccabile, ma che all’interno cela il marcio di un patto inscindibile col diavolo; una promessa di ricchezza che chiede come merce di scambio la dolorosa fine dell’intera progenie. Una metafora del potere della sorte che incontra l’opportunità e che rende l’uomo ladro, o meglio, assassino. Fino al giorno del giudizio, quello “in cui calerà il sipario e tutti farete l’inchino insieme” e che non risparmia nessuno, neanche l’anima più pura.

La caduta della casa degli Usher recensione

Foto: Eike Schroter/Netflix © 2023

La caduta della casa degli Usher recensione: il lato oscuro della parola

Mike Flanagan mette la firma su una nuova storia che rende omaggio al maestro del noir Edgar Allan Poe, in un tributo totale che permea ogni istante della serie e non si limita ad un banale e singolo adattamento, ma restituisce visivamente l’intero universo dello scrittore. Anche se il tributo diretto nei singoli episodi si cela dietro ai loro titoli, i quali si rifanno ai romanzi di Allan Poe. Nel corso di otto episodi che oscillano in modo perpetuo tra dramma e grottesco – di cui sei dedicati alla morte di ogni singolo figlio di Roderick Usher -, a tenere banco è il verbo: partendo da Roderick Usher che, in un lunghissimo monologo – da cui hanno origine numerosi flashback – racconta al detective Dupin il suo peccato originale, la serie è un alternarsi di dialoghi, monologhi e poesie recitate come didascalie alle immagini. Le parole diventano da un lato espressione della penitenza, della legge del contrappasso a cui sono destinati tutti i personaggi; e dall’altro come strumento di violenta manipolazione, di racconto di una verità inconsistente, idillio di un mondo che esula quello subdolo del capitalismo.

La caduta della casa degli Usher recensione

Foto: Eike Schroter/Netflix © 2023

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In una sintesi tra poesia dantesca, atmosfere noir alla Edgar Allan Poe e riferimenti biblici, La caduta della casa degli Usher vuole essere non solo un viaggio negli inferi del peccato originale, un’interpretazione fedele della legge del contrappasso, ma anche un atroce analisi delle conseguenze del capitalismo su coloro che ne sono fautori e poi, inevitabili vittime. Un sistema che non permette alternative, costruito sull’ambizione come benzina di un motore a scoppio che funziona a denaro, la cui natura sadica viene portata alla luce nel monologo finale di Madeline, pronta a subire le conseguenze di quel patto con Verna/Il diavolo fatto in quella notte di capodanno del 1980. Un manifesto programmatico del regista celato, ancora una volta dietro le parole della più sputata della storia.

L’oro è solo un elemento metallico di transizione, niente di speciale. Nemmeno i soldi sono più d’oro, sono solo una combinazione di 1 e 0. È una bugia che abbiamo accettato. […] Intanto la Corte Suprema fa la sua parte, sradicando l’autonomia, strappando via ogni libertà alle donne, distruggendone non solo le scelte ma il futuro, il potenziale. Trasformiamo gli uomini in fontane di sperma e le donne in fabbriche che sfornano cosa? Manodopera povera, utile per lavorare e spendere il poco che guadagnano, consumando. E cosa gli insegniamo a volere? Case che non possono permettersi, auto che avvelenano l’aria, confezioni monodose, vestiti fatti da bambini denutriti nei Paesi del terzo mondo. E le vogliono così tanto che supplicano per averle…

La caduta della casa degli Usher recensione

Foto: Eike Schroter/Netflix © 2023