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Sicky presenta la sua “Atlantide”: “Se si può uscire dall’abisso? Sì, basta non mollare”

Sicky, rapper di origini italo-marocchine, ha da poco pubblicato il suo nuovo brano “Atlantide”, del quale ci ha raccontato i dettagli in un’intervista esclusiva

di Nadia Pieri | 18 Novembre 2023
Foto: Ufficio stampa

Come si fa a riemergere dall’abisso di Atlantide? Ce lo ha svelato il rapper Sicky, nome d’arte di Alessandro Eremo, in un’emozionante intervista in cui ha parlato di sé ma soprattutto del suo amore per la musica. Originario di Jesolo, Sicky è cresciuto ascoltando i Club Dogo, e ora sogna di poter vedere presto un suo singolo in classifica. Nel frattempo si gode il successo del suo nuovo brano, Atlantide, che unisce un ritmo reggaeton e spensierato a un testo che racconta con leggerezza i problemi d’ansia e di socializzazione affrontati dall’artista durante gran parte del suo difficile vissuto.

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Sicky Atlantide: leggi l’intervista completa

Ciao Alessandro, è da  poco uscito il tuo nuovo singolo Atlantide. È un brano che tocca diverse tematiche: dai problemi di socializzazione, all’ansia fino alla speranza di raggiungere un sogno. Quanto di te hai raccontato nella canzone?

Tutto. Ci sono tante sfaccettature di me. Credo che sia una buona fotografia dei problemi che ho affrontato nella mia vita.

La musica rappresenta per te una sorta di valvola di sfogo?

Sì assolutamente. È stata il mio salvagente in molte situazioni, e continua ad esserlo.

Il video è ambientato in una città abbandonata: si tratta di una metafora?

Sì, esatto. Mi piace molto il fatto che Consonno (LC) – nonostante l’abbandono – abbia trovato vita dal suo oblio, che sia riuscita a riemergere e che ancora oggi sia visitatissima. È un luogo che trasmette un grande impatto emotivo.

Hai deciso di utilizzare un sound dal ritmo reggaeton. È stato un modo per dare un po’ di “respiro” alla canzone, dato la serietà dei temi trattati?

Sicuramente. Il reggaeton è la scelta stilistica che ultimamente ho fatto un po’ in tutti i progetti che sto portando avanti e che ho fatto uscire di recente. Ho visto questo stile musicale come un modo di poter raccontare con leggerezza tematiche un po’ più complicate.

Sicky - Atlantide - 2023

Foto: Ufficio stampa

Vuoi spiegarci la scelta degli outfit utilizzati nel videoclip? Ho visto che tu indossi un completo di colore blu…

Ho voluto giocare un po’ su colori che trasmettono un senso di abbandono, oblio profondo, ma allo stesso tempo passione, voglia di farcela, di qualcosa che brucia all’interno.

Qual è il messaggio che vuoi che arrivi alle persone ascoltando questo brano?

Vorrei che le persone capissero che non bisogna mollare, che la vita mette davanti degli ostacoli che però si superano, che non tutti i percorsi sono uguali o lineari, ognuno ha il suo. L’importante è non arrendersi e avere la forza di andare avanti, perché prima o poi si riesce a riemergere, nonostante la buca in cui si è finiti possa sembrare super profonda.

Secondo te si può uscire dall’abisso di Atlantide? E se sì, come?

Assolutamente sì. Bisogna semplicemente avere la forza di capire quali sono le cose che ci fanno stare bene, aggrapparsi ad esse e dare di tutto per loro.

Tra i vari artisti del panorama italiano, quali sono i tuoi punti di riferimento?

Sono cresciuto con i Club Dogo. Mi piacciono molto anche Tedua e Rkomi. Al tempo stesso mi lascio ispirare tanto anche dalla scena latina: J Balvin e Bad Bunny.

Puoi anticiparci già quali saranno i tuoi prossimi progetti?

Ho un singolo in uscita, si tratta di un pezzo con un mood completamente diverso da Atlantide. È molto più allegro e passionale, vale la pena ascoltarlo!

Sogni  e obiettivi che vorresti raggiungere nel tuo futuro professionale?

Sicuramente mi piacerebbe arrivare a firmare un contratto con una grande Major e poter avere un giorno un mio singolo in classifica. Non tanto per una questione di fama, ma proprio per una soddisfazione personale.

Che consiglio daresti ai giovani che si vogliono approcciare al mondo della musica?

Di non farlo per moda, di scrivere tanto, di non ascoltare le critiche degli altri e di non aver paura di raccontare se stessi nei propri testi.