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Quando Alberto Sordi fu scambiato per una spia dal governo Svizzero

Negli anni ’60 Sordi voleva farsi una casa per le vacanze ad Andermatt, ma per il Governo Federale Svizzero la sua presenza poteva essere pericolosa…

di Filippo Piervittori | 12 Gennaio 2024
Foto: © Fotostore - Alberto Terenghi/IPA / IPA

“Mi dispiace, ma io sò io e voi non siete un cazzo” diceva il Marchese Onofrio del Grillo, magistralmente interpretato dal grandissimo Alberto Sordi e, a quanto pare, parlando proprio di Sordi, gli svizzeri avevano preso questa cosa davvero alla lettera.

Infatti viene fuori che negli anni ’60 l’attore romano fosse stato addirittura additato come possibile spia dal Governo elvetico tanto da indicarlo come persona in grado di carpire i segreti militari della Confederazione e minare la neutralità e la riservatezza tipica della Svizzera, specie in epoca di Guerra Fredda tra Unione Sovietica e NATO.

Il povero (si fa per dire) Albertone, in realtà, cercava solo di farsi una bella dimora vacanziera nella località sciistica di Andermatt, ma la vicinanza con alcune basi e bunker militari fece scattare una procedura di attenzione verso Sordi che indicò come un possibile elemento di pericolosità la sua presenza nella zona. In quel periodo, infatti, non era poi tanto difficile essere additate come potenziali spie o informatori dell’URSS.

Alberto Sordi spia dell’URSS? Lo racconta il regista Felice Zenoni

I documenti emergono dagli archivi del cantone di Uri e li ha scoperti il regista svizzero Felice Zenoni che ha rivelato in questi giorni la curiosa vicenda poi amplificata dal  telegiornale della RSI, la tv della Svizzera Italiana. Così, nonostante Sordi avesse l’autorizzazione delle autorità comunali e cantonali per l’acquisto di un terreno, fu poi l’autorità nazionale di Berna ad impedire che il progetto andasse a buon fine per “ragioni di Stato”.

Nei documenti ritrovati da Zenoni alcuni alti militari si rivolgono al Consiglio Federale spiegando che l’acquisto da parte di uno straniero come Sordi di un terreno così vicino ad infrastrutture militari importanti avrebbe potuto essere una minaccia per la sicurezza. Zenoni chiosa: “In ogni straniero si vedeva una potenziale spia e per Alberto Sordi il trattamento fu il medesimo”. Nonostante il ricorso legale di Sordi che spiegò che lungo la strada migliaia di turisti potevano vedere ugualmente le installazioni militari, non ci fu nulla da fare e per lui niente buen retiro in terra elvetica!