Amanda Knox, conosciuta ai più per l’omicidio di Meredith Kercher, non smette di far parlare di sé. Questa volta, però, è lei stessa a raccontare un momento difficile vissuto durante la pandemia. La trentaquattrenne ha scelto di parlare del suo aborto nel suo podcast Labyrinths, in cui racconta episodi della sua vita. Dopo aver sposato il marito Christopher Robinson, Amanda è rimasta incinta piuttosto velocemente, e fin da subito si è prodigata nel pensare alla vita del figlio. I progetti della cameretta e gli annunci ai rispettivi genitori in occasione della Festa della Mamma sono state le note positive di un viaggio che purtroppo, si sarebbe presto concluso.
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Amanda ha confessato al pubblico lo straziante dolore nel momento in cui ha scoperto che il feto aveva perso il battito cardiaco. Arrivata in ospedale anche i medici hanno constato che il bambino non stava più crescendo, nonostante fosse ancora nel corpo di Amanda. I medici le hanno, poi, consigliato di sottoporsi all’induzione per spingere il suo corpo a espellere il feto, perché se avesse aspettato che l’aborto avvenisse naturalmente, sarebbe stato peggio. “Perchè il mio corpo non funziona?” ha immediatamente pensato la Knox.
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“A tutti gli effetti, ero incinta di qualcosa che non stava crescendo” ha continuato Amanda, consapevole di star vivendo uno dei traumi più difficili che possono accadere nella vita di una donna. Sotto consiglio dei medici, Amanda Knox ha raccontato di aver assunto due pillole che però le hanno fatto vivere una terribile agonia: “Sono andata in bagno a prendere le pillole e poi mi sono semplicemente sdraiata sul letto e ho aspettato che succedesse qualcosa”, ha raccontato. Ad un certo punto il male così forte l’ha costretta a ricorrere agli antidolorifici: “Un dolore addominale come non ho mai provato prima. Stavo tremando. Alla fine non ce la facevo più, ho avuto bisogno delle pillole. Ne ho prese un po’ e dopo mezz’ora sono stata meglio”.
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Amanda Knox aborto: lo straziante racconto del trauma
Il marito che ha vissuto con lei l’intera agonia ha rivelato di essere a pezzi alla vista del dolore della moglie: “Per due giorni ho partorito sangue ogni volta che andavo in bagno, batuffoli di sangue”, ha raccontato Amanda in lacrime, con il pensiero che dentro di se avesse il suo bambino. È a questo punto che Amanda si è chiesta come mai il suo corpo l’abbia condotta a questo punto: forse l’età o eventi accaduti in Italia, dove oltre lo stress di essere indagata per l’omicidio di Meredith per quasi 10 anni, si diceva che Amanda avesse subito abusi sessuali da una guardia anziana in carcere. La paura di essere infertile è più debole della volontà di essere madre e Amanda vorrebbe subito riprovare ad avere un figlio, nonostante i medici le abbiano consigliato di prendersi del tempo per reagire al dolore.
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