“Sono la prima donna a ricevere questo premio, trovo che non sia del tutto giusto”. Così Liliana Cavani ha esordito a conclusione del suo discorso, dopo la consegna del Leone d’Oro alla Carriera durante l’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. In seguito ai consueti ringraziamenti per il riconoscimento assegnatole la regista, il cui ultimo film L’ordine del tempo – ispirato all’omonimo saggio del fisico Carlo Rovelli – è stato presentato nella sezione Fuori Concorso, si è ritagliata un momento per sottolineare come l’esclusione delle donne dal settore del cinema sia ormai insostenibile.
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Liliana Cavani Leone d’Oro, il primo ad una donna: “Situazione insostenibile”
“Ci sono donne sceneggiatrici e registe che probabilmente lavorano bene al pari degli uomini. È un quadro che il festival dovrebbe considerare, e dovrebbe considerare anche che le donne possono fare bei film” ha aggiunto Liliana Cavani, strigliando la dirigenza della Mostra presente in sala che ha risposto con sorrisi tirati e applausi forzati. La regista ha poi ribadito tra gli applausi e qualcuno dalla platea che grida a gran voce “Brava”: “La Mostra c’è già da tanti anni, è l’ottantesima edizione. È necessario senz’altro un riequilibrio in questo senso. Ci sono tante donne nel cinema molto brave e mi auguro che questo inizio abbia un seguito nel tempo” ha concluso. Un discorso inaspettato ma profondamente necessario, la cui potenza è risuonata in una sala improvvisamente pietrificata. Esattamente come quando le grandi verità arrivano come uno schiaffo.
Liliana Cavani durante la consegna del Leone d’Oro alla Carriera
Foto: diretta labiennale.org
