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Vittorio Emanuele di Savoia e il caso Hamer: dall’accusa di omicidio all’assoluzione

Nel giorno della morte di Vittorio Emanuele di Savoia ricordiamo uno dei fatti di cronaca più celebri, che lo vide coinvolto in prima persona

di Nadia Pieri | 3 Febbraio 2024
Foto: FOTOPRESS / IPA

La morte di Vittorio Emanuele di Savoia, avvenuta questa mattina a Ginevra, ha riportato alla luce un fatto giudiziario a cui il principe è stato associato per molto tempo: l’omicidio di Dirk Hamer. Il caso, che vide Savoia indicato come colpevole, continuò a far parlare anche dopo la sua assoluzione. Negli anni, infatti, i media ma soprattutto la sorella del ragazzo, Brigit Hamer, sollevarono diversi dubbi sull’episodio fatale. A peggiorare ulteriormente la posizione del principe la scoperta che, la notte della morte di Hamer, aveva gridato con il fucile in mano: “Maledetti italiani”.

Vittorio Emanuele di Savoia e Dirk Hamer: che cosa successe?

La notte tra il 17 e 18 agosto 1976, Vittorio Emanuele si trovava con la sua barca a largo dell’‘isola di Cavallo in Corsica. Nelle vicinanze era presente anche il Mapagia, imbarcazione in cui a bordo c’erano alcuni turisti tedeschi tra cui Dirk, il Coke del medico romano Nicky Pende, ex marito di Stefania Sandrelli, e degli ospiti. Alcuni di loro decisero di prendere “in prestito” lo Zodiac, ovvero il gommone di Emanuele Filiberto, figlio del principe, per arrivare fino il porticciolo. Vittorio Emanuele andò su tutte le furie: caricò la sua carabina e salì a bordo del Coke per chiedere spiegazioni. La situazione però degenerò nel giro di qualche istante: il principe sparò un colpo in aria per cercare di intimidire i suoi “avversari”, Pende gli fu addosso, ma partì un altro proiettile che colpì una barca nelle vicinanze, il Mapagia. A rimanere ferito fu il 19enne Dirk Geerd Hamer, figlio del medico tedesco Ryke Geerd Hamer, che morì a dicembre dopo una lunga agonia.

Foto: IPA

Vittorio Emanuele di Savoia e il processo per la morte di Hamer

Il processo ebbe inizio in Francia ben 13 anni dopo il terribile accaduto. La difesa del principe sostenne che, al momento dei fatti,  c’erano anche altre persone sulla barca che avrebbero sparato durante la discussione. Queste sarebbero poi scappate dopo l’accaduto e rimaste identificate. Nel novembre del 1991 Vittorio Emanuele venne prosciolto dall’accusa di omicidio dalla Corte d’Assise di Parigi e condannato a soli 6 mesi di detenzione per il porto abusivo della sua arma da fuoco, usata al di fuori della propria abitazione.

Vittorio Emanuele e le intercettazioni nel carcere di Potenza

Questa storia non si è mai davvero conclusa poiché il 21 giugno 2006, mentre il principe si trovava in custodia nel carcere di Potenza in seguito all’ennesima vicenda giudiziaria (lo scandalo Vallettopoli), un’intercettazione lo sentì dire di aver “fregato il tribunale francese” e di aver colpito lui stesso Dirk con il suo fucile. Nello specifico, il principe pronunciò le seguenti parole:  “Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga”. Su questa vicenda, scorso anno, è uscita su Netflix la serie Il Principe.