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Luciano Ligabue: “Ho avuto paura di non poter tornare a cantare”

Il cantante ha dovuto sottoporsi a un intervento Ligabue racconta le sue preoccupazioni nate quando ha dovuto interrompere il tour per occuparsi della sua salute: “Certo che ho avuto paura di non poter tornare a cantare: se la porta dietro chiunque debba subire quel tipo di operazione. Da un lato c’è un esercito di persone […]

di Redazione di Rumors.it | 21 Maggio 2019
Foto: Ray Tarantino

Il cantante ha dovuto sottoporsi a un intervento

Ligabue racconta le sue preoccupazioni nate quando ha dovuto interrompere il tour per occuparsi della sua salute: “Certo che ho avuto paura di non poter tornare a cantare: se la porta dietro chiunque debba subire quel tipo di operazione. Da un lato c’è un esercito di persone a rassicurarti, ‘lo fanno tutti’, ‘non ti preoccupare’, ‘la voce dopo è meglio di prima’. Dall’altro ci sei tu che devi provarlo sulla tua pelle. Devi fidarti, ma la voce è il tuo strumento e quindi ti ripeti: “Adesso lo vediamo come va, lo vediamo veramente'”.

Alla vigilia di un tour negli stadi d’Italia – prima data Bari, 14 giugno – e a 10 mesi da un compleanno importante, Luciano Ligabue si racconta in un’intervista a Vanity Fair, che gli dedica la copertina. E per la prima volta entra nei dettagli del periodo difficile vissuto due anni fa, quando dovette operarsi alle corde vocali. “A quanto mi dicono, dovrei compierne 60”  scherza il cantante, “So che è una menzogna e per sanarla ho deciso di andare all’anagrafe con una rivoltella. Farò un bel discorso: ‘I casi sono due, o mi ridate subito indietro gli ultimi 40 o qui finisce male'”.

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Foto: Jarno Iotti

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Quindi comincia a raccontare: “Partiamo per il tour”, ricorda, “e mi viene un’influenza talmente forte da dovere cancellare la prima a Jesolo. Mi curo, ma non passa. Arriva marzo e festeggio il mio compleanno al Forum di Milano dove faccio un concerto bellissimo. E mi dico che ne sono uscito”. La mattina dopo sono completamente afono. Ho un’altra serata milanese e dopo aver lavorato con il vocal trainer, faccio una puntura di cortisone e vado in scena. Il Forum è pieno, sono tutti lì per noi e dopo 3 pezzi crollo. Pensavo una nota e me ne usciva un’altra. Immagini la frustrazione. Credo sia stata la peggiore esibizione della mia vita, ma di mollare non me la sentivo. Ho chiesto scusa al pubblico, ho finito il concerto e il giorno dopo mi hanno detto che dovevo operarmi e subito”.

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Dei giorni successivi all’intervento, ricorda “la sensazione stranissima di non poter parlare. Nella prima settimana comunicavo soltanto con i tablet, e il silenzio di quei giorni non solo non me lo sono scordato, ma non mi è dispiaciuto. C’era un senso di solitudine amplificato, non brutto. Abbiamo bisogno di saper ascoltare noi stessi e gli altri, ma per riuscirci abbiamo bisogno di più tempo e di più silenzio”. Quando è iniziata la rieducazione, spiega, “è stato il momento di vincere un po’ di resistenze e di paure. La voce non è solo una corda da far vibrare, ma è anche anima, cuore, psicologia. All’inizio il timore mi ha frenato, poi è successo quello che mi avevano promesso. Ho ritrovato il timbro di ieri e ho risentito me stesso. È incredibile, ma vero. La voce è proprio migliorata”.

Nel trattare un bilancio della sua carriera , Ligabue rimpiange “l’incoscienza del primo anno… Immerso in un mondo che non conoscevo ancora, vivevo quel che accadeva con leggerezza. Dopo magari sono arrivati successi più appaganti, ma quella libertà non l’ho più ritrovata. Il successo può restituirti un’euforia di fondo, ma non rende per forza felici”. Anche perché “dà dipendenza. Pensare che ti venga a mancare all’improvviso l’attenzione della gente può creare ansia. Diamo spesso per scontato quello che abbiamo e ci spaventiamo quando pensiamo di perderlo”.

Foto: Ufficio Stampa