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L’addio al Duca di Edimburgo: una cerimonia che rende omaggio al mare

Melodie e simboli che ben rappresentano la sua fedeltà alla Royal Navy Con una cerimonia accuratamente pianificata in ogni suo dettaglio, la famiglia reale britannica e il mondo intero hanno detto addio al Principe Filippo, duca di Edimburgo, spentosi il 9 aprile all’età di 99 anni. Una cerimonia che ha a suo modo raccontato le […]

di Beatrice Anfossi | 17 Aprile 2021
Foto: IPA

Melodie e simboli che ben rappresentano la sua fedeltà alla Royal Navy

Con una cerimonia accuratamente pianificata in ogni suo dettaglio, la famiglia reale britannica e il mondo intero hanno detto addio al Principe Filippo, duca di Edimburgo, spentosi il 9 aprile all’età di 99 anni. Una cerimonia che ha a suo modo raccontato le passioni del Principe e la storia della sua lunga vita. Al centro, il suo amore per il mare e l’attaccamento alla Royal Navy, con la quale Filippo combattè durante la Seconda guerra mondiale.

Il mare, d’altronde, ce lo aveva scritto nel sangue Filippo, nato Principe di Grecia e Danimarca. Quando lui era ancora in fasce infatti, una rivolta costrinse la famiglia reale a fuggire dalla Grecia, nascosta su una nave da guerra britannica. Da qui iniziò per il futuro marito della regina Elisabetta un’infanzia priva di radici e punti fermi, con la madre ricoverata in manicomio e un padre assente. Quelle radici Filippo le trovò proprio nella Royal Navy, della quale entrò a far parte nel 1939, a soli diciotto anni. Dopo essersi diplomato al Britannia Royal Naval College di Dartmouth come migliore del suo corso, il futuro Duca di Edimburgo prestò servizio su diverse navi militari, combattendo contro forze tedesche, italiane e giapponesi. Una carriera militare ricca di successi e riconoscimenti, che si interruppe – almeno sul campo – soltanto nel 1953, anno dell’incoronazione di Elisabetta, quando i troppi impegni istituzionali lo costrinsero ad abbandonare la Marina.

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Principe Filippo Royal Navy: le melodie che hanno accompagnato il suo addio

L’attaccamento alla Royal Navy è rimasto però una costante nella vita del Principe, che ha voluto fortemente che il mare fosse un elemento centrale della sua cerimonia funebre. E così è stato: a partire dal feretro, coperto dallo stendardo personale del Duca, con il berretto militare e la spada, e sorretto da un gruppo di Royal Marines. Significativa anche la scelta della musica, con la presenza dei suonatori di cornamusa della Marina e la selezione di due melodie in particolare, molto care ai marinai: Eternal Father, Strong to Save, considerato l’Inno della Royal Navy e intonato da un coro ridotto di quattro persone, e poi The Last Post, considerato dai militari il canto di congedo definitivo per un loro compagno. Così infatti la Marina, portavoce di un intero Paese, ha detto addio a uno dei suoi più illustri e fedeli rappresententanti.

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Molte le melodie e poche le parole. Così voleva Filippo, che aveva lasciato precise disposizioni anche sulla scelta delle letture da compiere durante la cerimonia. Nessun sermone, soltanto i salmi a lui più cari. E infine, la richiesta che fosse suonato dai trombettieri della Marina l’Action Stations, ovvero il segnale che sulle navi da guerra indica l’inizio della battaglia. Un invito al dovere, forse non tanto per lui, quanto per tutti coloro che si lascia alle spalle.

Beatrice Anfossi