Il maledetto incidente che ha coinvolto la star hollywoodiana Alec Baldwin sul set della sua pellicola Rust sembra non avere mai un epilogo. Ad oggi, infatti, non è ancora chiaro come il vero proiettile che ha colpito mortalmente la direttrice della fotografia 42enne Halyna Hutchins e ferito il regista coetaneo Joel Souza, sia finito nella pistola utilizzata dall’attore durante le riprese. Mentre l’indagine è ancora in corso, con la produzione del film interrotta, spuntano nuovi dettagli che rendono ancora più complicato il caso.
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La responsabile delle armi sul set del film, la 24enne Hannah Gutierrez Reed, ha riferito ieri, mercoledì 3 novembre, di aver esaminato e controllato più volte la pistola usata da Baldwin per sparare, e di non riuscire a capire come un proiettile vi sia finito all’interno, dichiarando: “Nessuno avrebbe potuto prevedere o pensare che qualcuno avrebbe introdotto un proiettile vero in questo set”. L’ispezione dell’arma e dei colpi era stata fatta ovviamente anche prima della sua consegna all’assistente alla regia David Halls.
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“Hannah ha tenuto le armi sotto chiave, anche durante il pranzo del giorno in questione – lo scorso 21 ottobre -, e ha incaricato il suo dipartimento di sorvegliare il carrello contenente le armi mentre era impegnata per i suoi altri compiti o durante la pausa pranzo”, dichiara Jason Bowles di Albuquerque, uno degli avvocati della responsabile della armi. Quest’ultima ha inoltre avanzato nelle ultime ore l’ipotesi di un sabotaggio sul set, affermando:” Chi li ha messi lì, e perché, è la domanda centrale”.
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Alec Baldwin incidente: emergono nuovi dettagli riguardo la vicenda
Come confermato da più persone della produzione del western Rust, il set era sicuro al 100%, e tutti, compreso Baldwin, erano addestrati all’utilizzo delle armi da fuoco. Qualche giorno fa, infatti, avevano iniziato a circolare voci sul fatto che la troupe fosse troppo sovraccarica di lavoro e che i protocolli di sicurezza non fossero troppo rigidi, subito smentite dallo stesso attore e dalla costumista Terese Magpale Davis, che commentava così:” La storia che viene raccontata di noi che siamo sovraccarichi di lavoro e circondati da condizioni non sicure e caotiche è una c*****a”.