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Le Iene, il monologo di Sangiovanni è un invito a chiedere aiuto: “Io sono andato in terapia”

Il giovane cantante nella puntata di mercoledì ha tenuto un monologo che racconta molto del suo passato, del presente e del suo rapporto con la popolarità

di Beatrice Anfossi | 14 Aprile 2022
Foto: Ufficio stampa Mediaset

Ieri sera, ospite a Le Iene, il giovanissimo cantante Sangiovanni si è aperto in un monologo che racconta del suo passato e del suo rapporto con la musica. Queste le sue parole: “Ho iniziato a fare musica perché nessuno voleva ascoltarmi. Parlavo e nessuno capiva. Così ho iniziato a mettere in musica i miei pensieri. È stata la mia prima terapia: finalmente avevo qualcuno con cui dialogare, una voce che mi chiamava anche nel cuore della notte, che mi faceva battere il cuore, un orecchio a cui confidare ansie, problemi e paranoie, che improvvisamente svanivano. Ho chiesto aiuto alla musica e lei mi ha teso una mano. Mi ha permesso di volare“.

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Un racconto che arriva anche al presente, dopo il successo di Amici 20 e la partecipazione al Festival di Sanremo 2022. Una popolarità a volte difficile da gestire, così come le ansie e le aspettative che porta con sé. Così la racconta Sangiovanni: “Poi è arrivato il successo. È stato tutto enorme, anche le aspettative. Ansie, problemi e paranoie che la musica faceva svanire sono tornate. La soluzione era diventata il problema. Ovviamente mi è crollato il mondo addosso. Mi ha fatto cadere. E un’altra volta ho dovuto chiedere aiuto, e cercare qualcuno che mi tendesse una mano”.

Sangiovanni Le Iene

Foto: Ufficio stampa Mediaset

 

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Sangiovanni Le Iene, il monologo: “Sono andato in terapia”

Sono andato in terapia. Ho pagato qualcuno per ascoltarmi. Non una madre, un padre o una fidanzata, ma qualcuno a cui puoi dir tutto senza il rischio di ferirlo, che non ti giudica, che sta lì per aiutarti a stare bene. Raccontarsi non è facile. Può essere doloroso. Ma la terapia è come la palestra: devi farla spesso e sentire la fatica, il sudore, i muscoli indolenziti. Sono sceso sul mio fondo e ho accettato la sofferenza che mi ci ha portato. E, anche se sono un privilegiato, so che ci saranno comunque momenti in cui soffrirò. Ma ho smesso di vergognarmene perché ho capito che in ogni forma di dolore c’è sempre una forma di dignità”.

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Quindi il cantante ha concluso, sottolineando l’importanza di sapere chiedere aiuto: “A volte mi sento forte, più spesso non mi sento in grado, ma quando succede ho imparato che posso chiedere aiuto e che qualcuno mi tenderà una mano. Chiedere aiuto non è una debolezza ma una forza. Fatelo, per tornare a volare”. Come le sue farfalle.