Michele Bravi nel dicembre del 2018 ebbe un drammatico incidente. Nel fare manovra di inversione su una strada a doppio senso, non consentita in quel tratto, l’artista ha colpito in pieno una moto, su cui viaggiava Rosaria Colia. La donna aveva 58 anni ed è morta a seguito dell’impatto. Oggi dopo quasi 4 anni dall’accaduto, nell’intervista a Belve, il cantante ha raccontato ciò che ha provato in seguito a quanto accaduto. Michele ha dovuto affrontare un periodo davvero difficile, ecco le sue parole.
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Michele Bravi Belve: il cantante parla dell’incidente stradale del 2018
In maniera delicata la conduttrice Francesca Fagnani ha iniziato a parlare dello spiacevole evento, in primis chiedendo a Michele com’è cambiata la sua vita in seguito all’incidente e l’artista evidentemente scosso ha iniziato a raccontare: “Ho avuto delle ripercussioni fisiche fortissime, perché ho conosciuto cosa vuol dire vivere non aderendo al reale. Ed è una cosa su cui adesso devo lavorare costantemente. Cioè essere sicuri che le cose che vedi sono quelle che realmente succedono”.
Michele Bravi, Amici 21 – Foto: Ufficio stampa Mediaset
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Michele ha sofferto di allucinazioni visive e sonore e tutt’oggi deve convivere con queste sensazioni. Sostanzialmente negava la realtà che in quel momento lo circondava, si sentiva come immerso in un’orribile sogno: “Vivevo dissociato dalla realtà e questo si traduceva in tanti modi: non riuscivo a parlare, i suoni non entravano nella mia testa, non ero li”. Si tratta di un disturbo che fa parte dei disturbi dissociativi, più precisamente si definisce “derealizzazzione” che consiste appunto in una sensazione di distacco dall’ambiente circostante.
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Michele Bravi incidente: “Ho fatto pensieri drammatici e pericolosi”
Tutto ciò ha portato Michele ad avere delle conseguenze gravi: “Ho fatto pensieri drammatici e pericolosi, io pensavo che stessimo tutti dentro in un sogno e per me l’unico modo per svegliarsi era annientarsi, quindi a un certo punto ho sperato che le persone che amavo morissero insieme a me, perché pensavo di averle trasportate in un incubo, causato da me. Quindi era un desiderio che andava anche oltre la mia persona”.
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