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Soy Georgina 2, la recensione: il successo è tutta questione di fortuna?

Il 24 marzo è uscita su Netflix la seconda stagione di Soy Georgina, la docuserie della compagna di Cristiano Ronaldo, Georgina Rodriguez: ecco cosa ne pensiamo

di Nadia Pieri | 2 Aprile 2023
Foto: Netflix Media Center

Georgina Rodriguez, modella, mamma, imprenditrice e (soprattutto) compagna del celebre calciatore Cristiano Ronaldo, è tornata su Netflix con la seconda stagione di Soy Georgina, la docuserie in cui racconta il dietro le quinte della sua vita da milionaria o meglio: da fidanzata di un milionario. Dopo una breve parentesi dedicata alla scomparsa di uno dei suoi gemelli e al dolore per aver subito tre aborti, nella quale Georgina è uscita momentaneamente dal personaggio che abitualmente incarna, mostrando così il suo lato più fragile e umano, è tornata a fare ciò che le riesce meglio: ostentare il lusso di cui quotidianamente si circonda.

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Soy Georgina 2 recensione: cosa succede nella nuova stagione?

Soy Georgina 2 continua la narrazione – pressoché idealizzata – della prima stagione del reality che di reality – dobbiamo dirlo – ha ben poco. Georgina, infatti, sembra ormai non riuscire più a distaccarsi dal personaggio che ha creato e fatica ad essere se stessa persino quando è in compagnia de Las Queridas, il suo gruppo di fedelissime amiche, di cui fa parte anche la sorella che tratta più come una dipendente che come una parente. E lo stesso vale per Ronaldo che lei definisce l’amore della sua vita e il suo migliore amico ma con il quale, in realtà, si comporta quasi come se fosse un estraneo. Nella prima puntata, l’unica in cui appare Cristiano, forse per sua scelta, il calciatore stupisce la compagna per il suo compleanno facendo proiettare sul Burj Khalifa la scritta Happy birthday accompagnata da alcune immagini della seconda stagione del suo reality. Una cosa da niente insomma! Georgina si emoziona, ma quando arriva il momento di ringraziare Cristiano si limita a un abbraccio e a un timido bacio a stampo. Il loro rapporto è davvero così freddo oppure tutto è dovuto alla difficoltà della Rodriguez di rimanere naturale di fronte alle telecamere?

Georgina Rodriguez Soy Georgina 2Foto: Netflix Media Center

 

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Nel corso delle puntate, così come ha fatto nella prima stagione, Georgina sottolinea più volte di aver avuto un’infanzia umile, la quale è ormai solo un lontano ricordo. Oggi la Rodriguez sembra infatti vivere in universo parallelo fatto di jet privati, prosciutto iberico e sessioni di shopping da 27 500 euro (sì avete letto bene). Solo la beneficenza, a quanto pare, è in grado di riportarla alla realtà. Anche in questa stagione, infatti, l’imprenditrice ha dedicato una delle puntate alla visita di un orfanotrofio in Portogallo, quasi a dimostrare che, in fin dei conti, non è poi così superficiale come sembra. E se c’è chi dice che la beneficenza va fatta in silenzio, Georgina Rodriguez ci dimostra che, al contrario, si può utilizzare a nostro vantaggio, per dare un tocco più emotivo al proprio documentario, ad esempio.

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Georgina Rodriguez documentario: quando un prodotto televisivo diventa diseducativo

Nel corso della docuserie Georgina si identifica continuamente come una mamma in carriera, che lavora duramente (queste le sue parole) e che grazie alla sua determinazione che – bisogna ammetterlo – non le manca, sta realizzando poco a poco i sogni che aveva da bambina. La vediamo brillare a Cannes a fianco di Bella Hadid, sul tappetto rosso del Festival di Venezia e premiare Cristina Aguilera ai Latin Grammy. Appare però evidente che Georgina abbia raggiunto il successo che ha oggi grazie alla sua relazione con Ronaldo, il quale – ricordiamolo – non è un calciatore qualsiasi, ma uno dei più famosi e ricchi al mondo. Qualche giorno fa, ospite del programma spagnolo El Hormiguero, la modella ha affermato riferendosi al compagno: “Mi sento molto fortunata a essere stata la sua scelta”. Avere un fidanzato milionario è quindi una conquista? E il successo è tutta questione di fortuna? Sono queste le domande che sorgono spontanee analizzando la docuserie di Georgina Rodriguez che, anche se si lascia guardare, si fa portatrice di messaggi sbagliati e – a tratti – pericolosi ricordandoci, ancora una volta, che viviamo in un mondo in cui la meritocrazia è sempre più merce rara.