Myss Keta, la rapper famosa per il suo stile mascherato, in un’intervista al Corriere della Sera ha raccontato la sua esperienza in una Milano immersa in sushi e coca. Ha condiviso con noi il suo rapporto unico con l’arte e l’identità, rivelando che solo sua madre e l’ostetrica hanno mai visto il suo vero volto. Ha ammesso che la sua città natale è un luogo di estremi, pieno di bellezza e turbamento. “È una fotografia satirica e brutale” ha detto la Myss, descrivendo il suo singolo del 2013, Milano, sushi & coca.
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Myss Keta Elodie: “Mi ha insegnato a fare l’amatriciana”
“La Milano di sushi & coca magari è cambiata nella forma, ma molte cose sono ancora quelle lì. È una fotografia ancora affidabile.” La famosa artista, nota per la sua maschera e per non aver mai mostrato il suo vero volto, ha condiviso un’insolita connessione con la vita quotidiana italiana anche grazie a Elodie. “Lei è istintiva, spontanea” ha detto. “Mi ha spinto a dare voce a questo lato. E poi durante la nostra fuga a Celebrity Hunted mi ha insegnato una amatriciana da paura” Un piatto tipico, ma che contiene molto più di pomodoro e guanciale. Il simbolo di un legame e di un’amicizia che trascende la mera collaborazione artistica.
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Myss Keta droga: nell’intervista ne parla apertamente
Nell’intervista, Keta parla apertamente della droga, un elemento ricorrente nelle sue canzoni e un riflesso di quello che vede attorno a lei a Milano. “La mia narrazione parte dal reale, ma abbraccia anche finzione e sogno” dice l’artista.”prendo, rimastico e sputo fuori le cose che vedo“. Myss Keta ha descritto anche la sua maschera come un modo per esprimere se stessa in modo più profondo, piuttosto che un limite. Inoltre, durante l’intervista, ha riflettuto anche sul suo ruolo nel mondo della musica e sulle sue collaborazioni con altri artisti. “Quando collaboro con altri artisti mi presento già mascherata“. ha detto.
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Myss Keta maschera: “Mi spinge ad avere una comunicazione non verbale più chiara”
Questo approccio sottolinea il suo impegno nel mantenere la sua identità privata separata dal suo personaggio pubblico. Una distinzione che considera essenziale per la sua arte. La sua maschera, infatti, non è solo un vezzo estetico. Ma rappresenta un potente strumento di comunicazione e un simbolo del suo desiderio di esprimere sé stessa al di là dell’immagine fisica. “I limiti di Myss sono lo sprone per andare oltre, il limite di non mostrare il viso ad esempio mi spinge ad avere una comunicazione non verbale più chiara“, ha spiegato.