Sono state un vero fenomeno e con il loro stile hanno interpretato e al contempo influenzato la moda dei propri anni. Ma chi erano e chi sono le it girl, qual è la loro storia e ha senso parlarne oggi? Innanzitutto la definizione: le it girl erano socialite, modelle, attrici, ereditiere, più cose insieme o nessuna di queste. Erano in primo luogo catalizzatrici di gusti e stili. Si muovevano con nonchalance tra i party più chiacchierati del jet-set, i backstage dei concerti e i front row delle sfilate. Non c’è una definizione univoca di “It”, è un’essenza, un fascino innato, un modo di essere che implica libertà, studiata noncuranza, stile unico e un po’ di trasgressione. Le it girl sapevano essere ultra sofisticate, invischiate nella scena notturna del mondo che conta, pur mantenendo un’aria da “ragazza della porta accanto”. Erano corteggiate dai brand del lusso, ma ai capi di sfilata mischiavano abilmente capi e accessori unici scovati all’evento di beneficienza di qualche associazione borghese di Londra o nei negozi vintage più cool di Brooklyn.
It girl significato: una storia che va avanti dal XX secolo
In tutto il primo decennio degli Anni 2000 il fenomeno è scoppiato a livello mondiale, ma si hanno tracce di questa denominazione già nei primi del 1900. Nel 1927 ci pensa la scrittrice e sceneggiatrice Elinor Glyn a farlo conoscere alle masse con il libro ‘It’ and Other Stories, la cui protagonista Clara Bow è stata subito insignita del titolo di prima it girl della storia. Intorno agli anni ’40 è entrata in scena Gloria Vanderbilt, negli anni ’60 è il turno della “youthquaker” Edie Sedgwick col suo fascino underground, negli anni ’70 di Marisa Berenson e Bianca Jagger, negli 80 di Grace Jones. Fino a questo momento però il termine it girl si usa ancora con parsimonia. Con Chloë Sevigny è nata l’it girl moderna, che si scosta dal semplice binomio bellezza e nightlife, andando invece a fondersi con un’innata coolness noncurante e spensierata, a volte concettuale, intellettuale perfino. Ne esistono di diverse: ci sono quelle più inclini agli eccessi e all’opulenza, come Paris Hilton, quelle sofisticate e modaiole come Olivia Palermo, quelle più indie sleaze come Sienna Miller e Alexa Chung, quelle più pazze e indisciplinate come Cara Delevingne e, col passare degli anni, infinite altre.
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It girl chi sono: cosa è cambiato ad oggi?
Ad aver cambiato le carte in tavola è stato l’avvento di internet e in particolare dei social. Intorno agli Anni 10 del 2000, con il fiorire dei blog, abbiamo assistito a uno spostamento d’asse: non c’è più bisogno che qualcuno ci scovi per strada, basta scattarsi mille foto, postarle, gridare “eccomi, guardatemi”. Era iniziata l’era dell’auto-proclamazione che poi si è trasformata in auto-promozione con l’evolversi dei social verso la monetizzazione. Ed ecco che cool non si è più, ma di certo si sa come apparirlo e, soprattutto, vendere. La persona diventa prodotto e il fattore “it” è qualcosa da ostentare e monetizzare. Oggi, chi si avvicina di più al concetto di it girl oggi è sicuramente Bella Hadid, che ha saputo trascendere il ruolo di modella per diventare una vera fucina di tendenze in grado di influenzare in modo massiccio il mercato e i desideri della Gen Z. Eppure, di it girl nel senso stretto del termine non si può più parlare. Non solo perché il concetto stesso di it girl si fonda su un presupposto di unicità sempre più difficile da trovare in un mondo in cui si rimodella la propria personalità ogni 5 minuti per inseguire i micro-trend, ma anche perché in una società pervasa da positività tossica, politicamente corretto e stili di vita salutari viene a mancare quell’idea di libertà, trasgressione e naturale noncuranza.
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