Geolier è certamente uno degli artisti più attesi di Sanremo 2024. Nell’ultimo anno, il cantante partenopeo ha dominato le classifiche musicali italiane e siamo certi che sul palco dell’Ariston farà qualcosa di eccezionale: infatti porterà per la prima volta un brano completamente cantato in “napoletano”. Questo fatto ha suscitato polemiche, ma non è l’unico motivo di diatriba.
Geolier a Sanremo 2024: è già polemica
Geolier è arrivato ieri a Sanremo su un jet privato e ha annunciato l’evento postando una foto che lo ritrae a bordo di un jet e scrivendo “sto a Sanrem”. Il fatto ha acceso le polemiche in quanto il cantante per una tratta cosi breve ha optato per un volo privato invece che per opzioni alterative e piu green. Accortosi del polverone suscitato, Geolier ha prontamente rimosso il post, ma sfortunatamente la notizia era già arrivata nelle grinfie di Selvaggia Lucarelli che, come al suo solito, non è riuscita a contenersi e ha detto la sua a riguardo. L’opinionista infatti ha ricondiviso lo scatto sul suo profilo X poco dopo che questo era stato cancellato, criticando il fatto.
Festival di Sanremo al via, Amadeus: “Niente monologhi, ma sì a momenti sociali toccanti”
Geolier a Sanremo con l’aereo privato. Poi cancella. pic.twitter.com/WtSnnX1zZA
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) February 4, 2024
Geolier e la polemica sul napoletano sgrammaticato
Le accuse sui social riguardano il testo in napoletano della canzone presentata al Festival da Geolier, intitolata I p’ me, tu p’ te. Questo brano ha suscitato la reazione indignata dei puristi della lingua partenopea, che individuano presunti errori grammaticali nel testo. A guidare la “rivolta” è lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, il quale ha espresso la sua insoddisfazione in un post su Facebook.
“È una lingua antica e bellissima, con la quale sono stati scritti capolavori immensi. È un patrimonio comune – ha un suono meraviglioso, unisce il maschile e il femminile come fa l’amore. Nessun giudizio sull’artista, il suo valore musicale o il suo successo che peraltro gli auguro con tutto il cuore da conterraneo e tifoso di ogni espressione positiva del territorio, ma “il napoletano è una lingua, ha una sua scrittura e questa ha diritto al rispetto”
La sua critica si pone come punto di partenza di un dibattito più ampio sulla preservazione e la corretta rappresentazione della lingua partenopea, coinvolgendo la comunità linguistica in una discussione appassionata e sentita.