Claudio Amendola cosa avrà detto sulla Lazio, squadra di sua moglie, per convincere il figlio?
L’attore e regista romano, Claudio Amendola, è stato ospite in collegamento a Vieni da me, di Caterina Balivo. Nello spazio dedicato alla cassettiera, Amendola ha ripercorso la sua vita, dal successo sul lavoro all’amore con Francesca Neri. E proprio parlando del loro rapporto, Caterina Balivo ha punzecchiato Claudio, tifosissimo della squadra di calcio romana. “Tu sei della Roma e tua moglie della Lazio. Vostro figlio Rocco chi ha seguito?”.
È iniziata così la conversazione su un argomento tanto amato da Claudio Amendola, che è finito a parlare ai microfoni di Rai 1 di come ha convito il figlio Rocco a tifare la Roma, la sua squadra del cuore da sempre. Ha rivelato: “Ho fatto una cosa al limite del telefono azzurro. All’asilo gli ho svuotato la stanza dei giochi. Quando è arrivato gli ho detto che erano venuti i laziali a rubargli tutto.” ha scherzato Claudio.
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Ma il racconto non finisce qui, perché poi ha rimesso a posto i suoi giochi in un modo davvero furbo: “Passato il dolore e il pianto, lui si è distratto e io gli ho rimesso in camera tutto quanto. Quando se n’è accordo, gli ho detto che i romanisti gli avevano riportato tutti i giocattoli. È un metodo infallibile”. E tutti hanno riso di gusto in studio.
Il 4 maggio avrebbe dovuto iniziare a girare una nuova fiction, dal titolo ‘Cassamortari’, ma ha rimandato “tra un anno, è una black comedy. In questo momento non ce la sentivamo”. Lo ha dichiarato Claudio Amendola in un’intervista a ‘Repubblica’. “Vogliamo capire quando si potrà tornare a scherzare sulla morte -ha spiegato l’attore romano- L’ironia e il grottesco ci salano la vita, sono fondamentali. Per ora siamo fermi: vediamo in che modo ripartiremo”.
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Intanto l’attore è tornato su Rai 1 con le repliche di ‘Nero a metà’, serie di successo di due anni fa, della quale dice: “Lo hanno scritto pensando a me, imperfetto con una grande umanità, che poi è la particolarità della fiction di Rai1”. E sul tipo di personaggi che ama maggiormente interpretare, spiega: “I cattivi mi sono sempre piaciuti di più. Poi dipende. Mi piace farli un una storia in cui siano giustificati, dover poter trovare una motivazione. L’unica domanda che mi faccio è: ‘Ma a questo da piccolo che gli è successo?”.