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Glee: la serie tv diventata “maledetta”

La morte di Naya Rivera è solo una delle tante tragedie collegate alla serie Poco tempo è scomparsa l’attrice Naya Rivera, famosa anche per il ruolo di “Santana” nella serie tv Glee, una delle più premiate che andò in onda 2009 al 2015; ideata da Ryan Murphy (ideatore di prodotti come American Horror Story e […]

di Redazione di Rumors.it | 14 Luglio 2020
Foto: Instagram

La morte di Naya Rivera è solo una delle tante tragedie collegate alla serie

Poco tempo è scomparsa l’attrice Naya Rivera, famosa anche per il ruolo di “Santana” nella serie tv Glee, una delle più premiate che andò in onda 2009 al 2015; ideata da Ryan Murphy (ideatore di prodotti come American Horror Story e uno degli ultimi Netflix: Hollywood); rivoluzionò l’ambiente delle serie tv: facendo nascere un “prima Glee” e un “dopo Glee”.

Una serie che si sviluppa in 6 stagioni, con 121 episodi, fa scoprire a dei ragazzi liceali il musical unendo brani classici con altri più pop e contemporanei. Ma non solo, se a primo occhio può sembrare una serie comica e leggera; uno sguardo più attento fa scoprire che tocca temi anche molto seri: trasmettendo un messaggi di antibullismo oltre all’accettazione di ogni diversità (dall’orientamento sessuale, all’etnia, alle disabilità).

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Naya Rivera scomparsa

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@nayarivera

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Glee serie tv diventata maledetta. Da Corey Monteith a Naya Rivera

Nonostante il bellissimo messaggio didattico che ha sempre lanciato, il cast e il suo staff, che girano anche il mondo in tour hanno avuto, in alcuni casi,  sorti tragiche. A partire dal dramma del 2013 che colpì uno degli attori protagonisti: Corey Monteith, “Finn” nella serie, morì di overdose nella sua camera d’hotel; l’attore doveva sposarsi qualche mese dopo con Lea Michelle (“Rachel”).

La tragedia obbligò la serie a fare un totale cambio di rotta della trama, perché, come gli stessi attori avevano sempre cantato: “The show must go on”. Tre mesi dopo la morte di Cory l’aiuto regista, Jim Fuller, rimase vittima nel sonno di un attacco di cuore; Nancy Motes, l’assistente alla produzione e sorella di Julia Roberts si tolse la vita nel 2014. Nello stesso anno morì anche Matt Bendik, fidanzato dell’attrice Becca Tobin (“Kitty Wilde”); inoltre emersero anche le accuse di violenza da parte dell’ex di Melissa Benoits (“Marley Rose”) facendo credere a molti che si trattasse del collega nella serie Blake Jenner.

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L’attore, Mark Salling («Puck»), nel 2013 era stato condannato per detenzione di materiale pedopornografico, per poi, nel 2018 togliersi la vita. La già citata Lea Michele è stata accusata dagli stessi colleghi a giugno 2020 di essere transfobica, oltre che egocentrica ed intollerante.

A seguito della scomparsa di Naya Rivera la stessa attrice, ormai al nono mese di gravidanza, non ha commentato la cosa. Nonostante abbiano lavorato insieme per molti anni Lea è rimasta in silenzio sui social in seguito alla notizia; la cosa ha fatto infuriare i follower che l’hanno ricoperta di insulti e minacce, costringendo l’attrice a disattivare il proprio profilo Twitter.

Solo pochi giorni prima della sua scomparsa Naya pubblicava sul suo profilo Instagram la frase: “Fate il massimo oggi e tutti i giorni che avete a disposizione. Il domani non è garantito”, e visto le vicende che hanno colpito il cast, non solo quelle più recenti, tali parole ci fanno riflettere e pensare.