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Ginny & Georgia: la serie Netflix che diventa la versione noir di Una mamma per amica

Il nuovo successo di Netflix Ginny e Georgia è un cocktail postmoderno La serie Ginny & Georgia è l’ennesimo successo firmato Netflix. La quindicenne afroamericana Ginny (Virginia) Miller vive con la madre trentenne Georgia e il fratello Austin, in una città del New England, dove la madre ha deciso di trasferirsi in seguito alla morte “improvvisa” […]

di Staff | 26 Marzo 2021
Foto: Netflix

Il nuovo successo di Netflix Ginny e Georgia è un cocktail postmoderno

La serie Ginny & Georgia è l’ennesimo successo firmato Netflix. La quindicenne afroamericana Ginny (Virginia) Miller vive con la madre trentenne Georgia e il fratello Austin, in una città del New England, dove la madre ha deciso di trasferirsi in seguito alla morte “improvvisa” del marito. Il misterioso incidente nasconde, però, una torbida storia di bugie che rischia di venire allo scoperto. Georgia cercherà, ad ogni costo, di evitare che il suo passato rovini l’idilliaco presente che si è costruita a Wellsbury.

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Purtroppo, però, Georgia dovrà anche fare i conti con la sottovalutata intelligenza della figlia Ginny, la quale, a poco poco, verrà a conoscenza degli inquietanti dettagli sulla vita della madre e (diciamolo) non la prenderà bene. Oltre al dramma familiare di vivere con una madre senza filtri e un padre vagabondo, Ginny deve affrontare le difficoltà tipiche dell’adolescenza. L’attrazione per il ragazzo sbagliato, la prima volta, l’amicizia e il razzismo tra i banchi di scuola spingeranno la giovane all’autolesionismo. Un atto che diventa l’unico modo per manifestare il disagio interiore, dovuto al suo non sentirsi mai al posto giusto.

Ginny e Georgia recensione

Foto: Netflix

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Ginny e Georgia recensione: il citazionismo di Netflix colpisce ancora

Quando si parla di rapporto madre figlia, il paragone con “Una mamma per amica” (Gilmore Girls) diventa inevitabilmente necessario. I riferimenti sono chiari ed evidenti ma mescolati insieme a elementi nuovi, tipici della contemporaneità come il permeante e imprenscindibile ruolo dei social network, i quali diventano parte integrante del meccanismo narrativo. I produttori di Netflix – abili nel maneggiare l’ormai sardonico citazionismo – hanno condito una storia già vista e rivista con quel tocco di noir e drama che ti tiene incollato allo schermo e che ti trascina al binge watching.

La storia di Ginny Miller con il tenebroso Marcus Baker riporta alla memoria l’amore impossibile tra l’angelica Rory e il tenebroso Jess in “Una mamma per amica”, ma con quel tocco di inclusività e problematicità che fa tanto politically correct. Quindi la storia di Ginny divisa tra problematiche familiari, adolescenza e razzismo, condito con una sana dose di mistero, ha fatto centro. Il motivo? Netflix, ancora una volta, ha capito che drama, love e inclusivity sono il cocktail giusto per avere un successo che, però, rasenta sempre quella mediocrità del banale che oggi piace così tanto.

Sara Radegonda

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