x

x

Sanremo 2023, Chiara Ferragni conquista la prima serata: i nostri top e flop

La prima serata del Festival di Sanremo 2023 ha visto brillare la Ferragni, spaccare tutto Blanco e sbarcare su Instagram Amadeus. Come sempre, l’abbiamo commentata con i nostri top e flop

di Beatrice Anfossi | 8 Febbraio 2023
Foto: Comi / Terenghi / IPA

Chiamatela Settimana Santa, chiamatelo il Super Bowl italiano, chiamatelo l’appuntamento dell’anno. È lui e non può che essere lui: sua maestà, il Festival di Sanremo. Anche quest’anno il carrozzone è partito, con il suo carico di polemiche, sfarzo e magia. La prima puntata si è aperta in gran spolvero, con la presenza eccezionale – è la prima volta nella storia del Festival di Sanremo – del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con un monologo – non da meno – di Roberto Benigni. L’attore premio Oscar è stato spesso al centro di polemiche e critiche legate al suo modo di raccontare la letteratura e la cultura: ebbene questa sera il suo intervento è stato impeccabile, non troppo ampolloso e retorico, né superficiale. Benigni potrà non piacere, ma la profondità della sua cultura e le sue capacità recitativo-espressive non possono essere messe in discussione. Ma non vi preoccupate, non ci saranno soltanto giudizi positivi per questa prima serata del Festival di Sanremo 2023.

Come ormai da tradizione, abbiamo osservato attentamente la diretta di questa prima puntata di Sanremo 2023 per raccontarvi i nostri top e flop: le canzoni più riuscite e quelle che sarebbero potute rimanere nel cassetto, i look wow e quelli down, i personaggi che più hanno lasciato il segno. Sono considerazioni oggettive? Ovviamente no, altrimenti che gusto ci sarebbe? Buona lettura.

LEGGI ANCHE > Sanremo 2023, la prima puntata vista dal popolo dei social: tweet e meme più divertenti (diretta)

Sanremo 2023 prima serata: le nostre pagelle

Amadeus, il surfista

Un padrone di casa ineccepibile, che ha dimostrato ormai di saper surfare anche sulle onde delle crisi più complesse. Il successo di questo Festival è in gran parte merito suo. Che je voi dì?

Chiara Ferragni, inaspettatamente impeccabile

Alla fine, dobbiamo ammetterlo, le vogliamo un po’ bene. Chiara Ferragni è riuscita a superare – di gran lunga – le aspettative: aveva tutto da perdere, d’altronde non è nota per il suo portamento o per la sua capacità di parlare in pubblico. Eppure non ha sbagliato nulla, è apparsa entusiasta quanto basta, spontanea quanto basta, professionale quanto basta. Ha azzeccato anche il monologo, uno scoglio su cui si sono infrante le speranze di gloria di molte co-conduttrici e ospiti, negli ultimi anni. E invece le parole di Chiara Ferragni sono state inaspettatamente sincere, oneste. Non si è resa portavoce di nessuno, né ha millantato sfighe o situazioni di inferiorità: ha semplicemente parlato di se stessa, a se stessa; in un modo che chi la segue sui social conosce bene e nel quale non era difficile rispecchiarsi. Si è commossa, ma ha trattenuto le lacrime. Si è messa a nudo – in tutti i sensi – ma senza troppa retorica o ostentazione. Tirando le somme, si è messa in gioco. E secondo noi ha fatto centro.

LEGGI ANCHE > Sanremo 2023, Chiara Ferragni non risparmia la stoccata all’ex: la lettera

Chiara ferragni

Foto: Comi/Terenghi / IPA

 

Gianni Morandi, autoironico e instancabile

Gianni, grazie di esistere. Un professionista impeccabile, in grado di annullare senza fatica il gap generazionale che lo separa dagli altri due conduttori. È autoironico, ma non si riserva di dire la sua quando non è d’accordo: sul caso Blanco ha fatto la parte dello zio saggio, e come si poteva non dargli ragione? La storia con lui diventa presente, e riesce anche a guardare al futuro.

Anna Oxa, la diva

Anna Oxa affronta di petto la prima esibizione del Festival di Sanremo e ci dà una lezione di grinta e performance canora. La si può amare o odiare, ma di certo non si può sentenziare sul suo talento. È lei la vera diva di questo Festival di Sanremo 2023, riuscirà a restare sui binari?

gIANMARIA, l’ultimo dei Backstreet Boys

Di gIANMARIA ci ricordiamo più che altro l’altezza inaspettata e il taglio alla Nick Carter. La canzone evidentemente non è troppo incisiva, né la performance così terribile da esserci rimasta impressa. Aurea mediocritas, più mediocritas che aurea.

Mr Rain, cuore di panna

Camminerò, a un passo da te… non abbiamo dubbi che domani mattina questa canzone sarà già dentro alla nostra playlist dei brani preferiti di Spotify. E dire che fino a ieri sera pensavamo che Mr Rain fosse il cattivo dei Super Pigiamini. Invece la canzone funziona e il coro dei bimbi in total black ci dà il colpo di grazia. Chissà se la bambina che si è commossa era più emozionata per la performance o per aver condiviso il palco con Chiara Ferragni. Noi, intanto, le siamo andati dietro… cuori di panna.

Marco Mengoni, il predestinato

Possiamo dirlo che Marco Mengoni è destinato al gradino più alto del podio, o porta sfiga? Due vite ci sembra una canzone destinata a crescere con l’ascolto, fino a farci entrare in un tunnel di non ritorno fatto di ripetizioni in loop. Se sul posizionamento e sul successo in streaming del brano non abbiamo certezze, possiamo affermare senza timore di smentita che lui si conferma un gran… bono. Pardon.

Ariete, sei proprio tu?

Su Ariete preferiamo sospendere il giudizio. L’intonazione non è stata impeccabile, ma è probabile che l’emozione le abbia giocato brutti scherzi. Il testo è di Calcutta e si sente, per questo ci riserviamo di darle un’altra chance. Senza dubbio, sono lontani i fasti de L’ultima notte. A convincerci poco invece è il look, di rottura rispetto alla sua immagine precedente ma troppo simile a molti altri. Ariete, ci ricorderemo di te alla fine di questo Festival o ti sarai cacciata in un mare di guai?

Ultimo, pronto per la sessione di pesca

Facciamo fatica a nasconderlo: Ultimo non ci sta simpatico. Il vizio del pregiudizio potrebbe avere quindi influenzato il nostro verdetto, però la canzone non ci è sembrata nulla di molto diverso rispetto a quello a cui ci ha abituato, nel bene e nel male. Stendiamo un velo pietoso invece sul look, con gilet a collo alto degno se non di un maranza – esimi membri della Gen Z mi hanno rimproverato in merito a questa classificazione – sicuramente di un pescatore d’altura in notturna.

Coma Cose, cuoroni

I Coma Cose possono piacere oppure no, ma non c’è dubbio che trasudino amore da ogni fibra del loro essere. La canzone forse non è forte come Fiamme negli occhi del 2021, ma è una ballad senza dubbio piacevole. Ahimè, abbiamo il sospetto che domani si parlerà più del “pancino sospetto” di California che del brano. Cicogna in arrivo?

Elodie, si può dare di più

Da Elodie ci si aspetta sempre l’effetto wow, che questa sera purtroppo non è arrivato. Giudichiamo anche lei con riserva, leggermente obnubilati dal suo innegabile fascino. Le riconosciamo il bonus direttrice d’orchestra donna e ammettiamo che il verso Per me le cose sono due: lacrime mie, lacrime tue è potenzialmente un tormentone. In merito al look, pretendiamo di più. Dai Elodie, pendiamo dalle tue labbra.

Leo Gassman, il ragazzo della porta accanto

Leo Gassman ha un sorriso di sbieco che ci ha conquistati, lo dobbiamo confessare. Al di là del fascino sbarazzino, anche la canzone è assolutamente orecchiabile e perfetta per una playlist sanremese che si rispetti. Sul numero delle ripetizioni in sequenza non possiamo ancora esprimerci, vi faremo sapere.

Cugini di Campagna, Maneskin revenge

I Cugini di Campagna mettono in scena uno strano mix fatto di tutine di pailettes, le loro canoniche tastiere e una canzone scritta da La Rappresentante di Lista. L’autrice le dà sicuramente il pregio di essere moderna, orecchiabile e – a tratti – anche ballabile. Insomma, fanno la loro porca figura. Alla faccia dei Maneskin.

Blanco, il distruttore pazzo

Con Blanco abbiamo raggiunto senza dubbio il punto più basso della serata, in un siparietto che si colloca perfettamente a metà tra il trash e lo squallore. Da un lato la calma serafica di Amadeus, che dal Bugo Gate in poi ha imparato – evidentemente – a gestire situazioni di crisi; dall’altro la follia ingiustificata di Blanco, che poteva limitarsi a segnalare il guasto tecnico e ricominciare da capo. Dal suo ultimo tour ci era venuto il sospetto che qualcosa in lui si fosse in qualche modo rotto, questa sera ne abbiamo avuto la conferma: in un caos poco creativo e molto arrogante ci è sembrato che Blanco abbia perso un po’ la bussola. A sconvolgere così Morandi, poi, ci vuole un bel coraggio. Je suis Gianni.

LEGGI ANCHE > Sanremo 2023, Blanco spacca tutto e scoppia la prima polemica: ecco cosa è successo

blanco

Foto: Comi/Terenghi / IPA

 

Gianluca Grignani, ti manca il fiato

Siamo contenti che Grignani si sia dato una nuova chance partecipando a questo Festival di Sanremo, dopo le polemiche esplose lo scorso anno. L’impressione, purtroppo, è che l’estensione vocale sia rimasta nel 1995 insieme a Destinazione paradiso. Ci stupirà con effetti speciali venerdì sera?

Olly, quota ritmo

A mezzanotte e quaranta Olly è manna dal cielo, perché porta finalmente un po’ di sano ritmo. Sorvoliamo sull’utilizzo dell’autotune e sul testo certo non figlio del miglior cantautorato italiano, però la canzone è orecchiabile e lui – soprattutto considerata la poca esperienza – sul palco se la cava più che bene. Chapeau.

Colla Zio, idem con patate

Stesso commento di cui sopra: anche i Colla Zio ci piacciono perché sono scanzonati, ritmati e incoscienti quanto basta. Per pronunciarci sul valore della canzone dobbiamo attendere qualche ascolto supplementare, ma per il momento dobbiamo ammettere che i giovani hanno mangiato in testa ai veterani, in quanto a grinta ed entusiasmo.

Mara Sattei

Scollatura profonda e voce impeccabile, Mara Sattei chiude una prima puntata del Festival senza particolari picchi di emozione e si colloca perfettamente nel flusso. Né top né flop, ma raggiunge la sufficienza.

 

Questo elenco è consapevolmente parziale e poco democratico. Ci avvaliamo della facoltà di fare un po’ come ci pare: come Blanco, ma senza spaccare tutto. A domani!