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Sanremo e le pulci, tutte le gaffe di Amadeus nella prima serata di Festival

Tra canzoni, cadute di stile e tanto glamour, la prima serata del Festival di Sanremo 2023 è stata costellata da alcune gaffe di Amadeus, scivolato sui due scambi di persona…

di Sara Radegonda | 8 Febbraio 2023
Amadeus, Sanremo 2023 - Foto: Comi / Terenghi / IPA

A volte la memoria e la tensione fanno brutti scherzi, soprattutto se sei il direttore artistico e il conduttore del Festival di Sanremo 2023 e devi gestire uno spettacolo televisivo di 4 ore, con annessi imprevisti (citofonare casa Blanco). Tra musica, pesanti cadute di stile e tanto glamour, la prima serata del Festival di Sanremo ha regalato al pubblico un grande spettacolo condito da qualche momento di gelo, dovuto alle gaffe di Amadeus che hanno costellato – con leggerezza – l’intera prima serata. Amadeus è stato vittima della memoria: durante la consegna dei fiori di Sanremo al giovane interprete gIANMARIA dopo la sua esibizione sulle note del brano Mostro, il conduttore si è confuso e lo ha chiamato Sangiovanni.

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Sanremo Amadeus gaffe gIANMARIA scambiato per Sangiovanni

Un lapsus subito corretto dallo stesso Amadeus che si è giustificato dicendo che Sangiovanni sarà presente sul palco del teatro Ariston, nella serata di giovedì, dove si esibirà insieme a Gianni Morandi sulle note dell’iconica canzone Fatti mandare dalla mamma, che quest’anno festeggia il traguardo dei 60 anni dalla sua uscita. Uno scherzo della memoria che si è poi ripetuto anche con Blanco, scambiato da Amadeus per Salmo, ma passato totalmente in sordina a causa del triste exploit dell’ex vincitore di Sanremo che ha deciso di “divertirsi” distruggendo i fiori presenti sul palco, emblema del nuovo brano L’isola delle rose. Da ultimo poi il buon caro Ama (come lo chiamano tutti all’Ariston) è scivolato sull’insidiosa buccia di banana dell’identità di genere, annunciando Ariete come un “lui” ma subito corretto da Elena Sofia Ricci con “lei”. Gaffe che creano imbarazzo, ma che rendono l’enorme macchina del Festival di Sanremo ricca di umana fragilità che in gergo televisivo si chiama: il bello della diretta.

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