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Fiorello e Cattelan show, se a (r)innovare la tv ci deve pensare Rai 2

Mentre Mediaset rimane schiava del prendersi troppo sul serio, su Rai 2 vanno in scena l’autoironia e la satira arguta: è la tv del passato che si innova e diventa tv del futuro

di Beatrice Anfossi | 20 Marzo 2023
Stasera c’è Cattelan su Rai2 - Foto: Simone Comi/IPA

Ci sono stati i tempi di Drive In e Non è la Rai, poi è arrivato il Grande Fratello Vip a cadenza semestrale. Ci sono stati i tempi in cui Mediaset era diventata la casa di menti autorali geniali e troppo avanguardiste per trovare spazio nell’ingessata e formale televisione di Stato, poi è arrivata l’ossessione per la spettacolarizzazione del dolore. Ci sono stati i tempi in cui le reti Mediaset facevano da traino nel processo di innovazione e sperimentazione televisiva, poi è arrivato l’acquisto in stock di format triti e ritriti.

E così, alla fine, ad assumersi l’annoso compito ci ha pensato la Rai (la Rai!!), che non solo è riuscita a svecchiare una kermesse per sua natura polverosa come il Festival di Sanremo, ma che oggi propone – sul suo secondo canale – due dei programmi più riusciti e a loro modo innovativi del panorama contemporaneo. Stiamo parlando di Viva Rai 2 di Fiorello e Stasera c’è Cattelan di Alessandro Cattelan, agli antipodi della programmazione televisiva ma molto simili nel coniugare la giusta dose di autoironia e geniale stupidità.

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Viva Rai 2 Fiorello e il morning show: la ricetta vincente

Geniale stupidità, un ossimoro che ben si applica a entrambi gli appuntamenti, che condividono alcuni elementi caratterizzanti: musica dal vivo, rassicuranti jingle, gag tanto cretine quanto assurdamente divertenti. Il tutto con l’ostentazione fiera del “basso budget”, senza grandi pretese di effetti wow o trovate esuberanti. Da un lato c’è Fiorello – a mani basse il miglior show man italiano – con un morning show costruito a sua immagine e somiglianza, ma con una serie di contributi eterogenei e preziosi: come quello figlio della gavetta nelle tv locali di Mauro Casciari e quello invece dei talent con budget a 7 cifre di Luca Tomassini, in un mix caleidoscopico eppure efficace.

Stasera c’è Cattelan 2023: il nostro late show

Dall’altro c’è Alessandro Cattelan, che se di Fiorello non possiede il talento canoro e la comicità innata, è quanto di più simile abbiamo in Italia al conduttore scanzonato di un late show. E infatti è il modello del late show americano che, fin dai tempi di Sky, Cattelan ha deciso di replicare in Italia a modo suo: brevi interviste, scherzi stupidi ma sempre efficaci – basti pensare al Sai chi ti saluta tantissimo? – e gag intelligenti – geniale Filippo Tortu che corre sfidando la metro rossa di Milano – che hanno il pregio di coinvolgere gli ospiti, come anche accade da Fiorello, in maniera spiritosa e autoironica.

 

 

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E infatti è proprio l’autoironia che permea i due programmi – a Mediaset ormai merce rara almeno quanto i diamanti rossi – ad essere la vera carta vincente: Fiorello prende in giro tutti, presenti e assenti, non importa se famosi o meno; prende in giro la serialità Rai – ormai iconici sono i suoi remake di Mare Fuori e Doc – e soprattutto prende in giro se stesso. Nessuno dei due conduttori si prende troppo sul serio, invogliando gli ospiti a fare altrettanto. Siamo esattamente all’altro capo di una televisione fatta invece di continui drammi, lacrime e tragedie – della quale, per carità, la Rai non si può dire digiuna – che continua a riempire il palinsesto della concorrenza. Così mentre da un lato Fiorello fa ironia sulla direttrice del Tg1 Monica Maggioni – a rischio perché non molto affine al Governo – come nuova receptionist in via Asiago, dall’altro genitori in lacrime di poveri figli costretti a subire angherie all’interno di un reality show inviano lettere accorate all’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi, a mezzo Instagram.

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Per fortuna, questa televisione dello struggimento sembrerebbe essere giunta alla sua stagione conclusiva (Alleluja!). Il livello raggiunto è talmente basso che il sentore è che anche i fan più affezionati siano ormai stufi di assistere a drammi posticci, racconti strappalacrime e reunion poco credibili. Al contrario, i dati di ascolto – Viva Rai 2 sfiora un milione di telespettatori – danno ragione a una tv più scanzonata, che prende e si prende in giro, senza sfociare nel trash più becero. Non è altro che la tv del passato che, innovandosi, diventa la tv del futuro. E che a dettare le regole del futuro ci pensi la Rai… beh, questo sì che è sorprendente. Almeno fino al prossimo cambio di vertice.

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