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Giulia Cecchettin, la sua morte un fenomeno mediatico: ecco perché non è un male

I funerali di Giulia Cecchettin sono stati trasmessi in diretta tv per volere non solo dei media, ma anche e soprattutto della famiglia che ha trasformato la sua morte in un’opportunità di cambiamento

di Nadia Pieri | 5 Dicembre 2023
Foto: Ufficio stampa

Si sono tenuti questa mattina a Padova i funerali di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. È solo uno degli – ahinoi – tanti femminicidi avvenuti in Italia quest’anno; questo però, a differenza degli altri, ha avuto un impatto mediatico senza precedenti. La storia di Giulia, che ha varcato anche i confini del Paese, ha fatto riflettere gli italiani su quanto la violenza sulle donne sia ancora a tutti gli effetti una piaga sociale. Per la prima volta il silenzio ha fatto spazio al rumore, lo stesso che il 25 novembre ha invaso le piazze d’Italia e che oggi ha popolato la Basilica di Santa Giulia. Il dolore, invece, si è convertito in rabbia, generando un sentimento di resilienza nella famiglia stessa della giovane che, sin da subito, ha trasformato la sua perdita in una causa per cui battersi, oggi e per sempre. In questo caso a giocare un ruolo chiave sono stati i media che, nonostante a primo impatto abbiano mostrato di voler cavalcare l’onda del dolore, sono diventati non solo la voce, ma l’unico strumento di potere nelle mani del padre e dei fratelli di Giulia. Ed è proprio per questo che oggi hanno voluto i giornalisti e le tv in chiesa. Un modo, per loro, di mostrare al mondo intero che, nonostante la morte, Giulia continuerà a vivere.

Giulia Cecchettin, il funerale: il padre invoca il cambiamento

“Giulia era una giovane donna, straordinaria, allegra, vivace, mai sazia di imparare. Nonostante la sua giovane età, era diventata una combattente, come diceva lei: una oplita. Il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti”, ha esordito Gino Cecchettin, padre di Giulia, nel corso del discorso pronunciato a fine funzione. “Quello che è successo a Giulia è il risultato di una cultura che svaluta la figura delle donne, vittime di chi avrebbe dovuto amarle. Come può accadere tutto questo, come può essere accaduto a Giulia? La responsabilità educativa ci coinvolge tutti, famiglie, informazione, scuola, società civile”, ha continuato. Un momento di profonde dolore per Gino Cecchettin, che ha però trovato la forza di mandare un messaggio che, grazie alla diretta tv, non è rimasto chiuso tra le quattro mura della Basilica, ma è arrivato alle orecchie di tutti, forse anche di colui che ha tolto la vita a sua figlia.

E infatti Gino, nel suo discorso, ha fatto un vero e proprio appello: “Mi rivolgo agli uomini, noi per primi dovremmo essere agenti di cambiamento, parliamo agli altri maschi che conosciamo. Dovremmo essere attivamente coinvolti, ascoltando le donne e non girando la testa dinanzi ai segnali di violenza, anche lievi. La nostra azione è cruciale. Da questa violenza si esce sentendosi tutti coinvolti, anche quando ci si sente tutti assolti”. Si è poi rivolto alla politica: “Che metta da parte le divergenze e faccia leggi per prevenire la violenza e proteggere le vittime, garantendo che i colpevoli siano destinati a rispondere delle loro azioni”. E infine ha invocato il cambiamento: “La sua morte deve essere la spinta per fermare la violenza sulle donne”. Parole dolorose, ma al tempo stesso cariche di speranza, che evidenziano la volontà della famiglia di Giulia di trasformare questa tragedia in una lezione di umanità.

Giulia Cecchettin morte: ci sarà un prima e un dopo?

Che il caso di Giulia Cecchettin abbia smosso le coscienze è innegabile, ma la domanda da porsi adesso è: ci sarà un prima e un dopo la sua morte? La narrazione – quasi maniacale – che i media hanno adottato e la volontà della famiglia di esporsi così tanto serviranno a cambiare davvero le cose? A questo non possiamo dare risposta, ma ciò che è certo è che qualcosa si è smosso. Se questa mattina, ai funerali di colei che fino a settimane fa era una ragazza come tante, hanno partecipato 10 mila persone che, al posto di piangere a testa bassa, hanno gridato e agitato in aria mazzi di chiavi, vuol dire che la consapevolezza che bisogna iniziare ad agire è oggi più forte che mai. Per questo abbiamo deciso di pubblicare le foto del suo funerale, perché in fin dei conti la forza di questa drammatica vicenda sta proprio nella sua spettacolarizzazione mediatica. Giulia Cecchettin è morta, ma si è trasformata in un simbolo di resistenza. Il suo omicida non accettava di poter vivere senza di lei, voleva che fosse solo sua, e invece, uccidendola, ha ottenuto esattamente l’effetto contrario. Oggi Giulia è di tutti. È la figlia, la sorella e l’amica di tutti coloro che ogni giorno decideranno di portare avanti il cambiamento.

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