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Günther Steiner, la star di Drive to survive fatta fuori dal team Haas. Fine di un’icona Netflix?

La docuserie Drive to survive di Netflix lo ha trasformato da team principal di un piccolo team di Formula 1 in un divo della TV. E ora arriva il colpo di scena…

di Filippo Piervittori | 11 Gennaio 2024
Foto: Ufficio stampa Haas F1 Team- Foto by Andy Hone / LAT Images

Alzi la mano a chi suona familiare il nome Günther Steiner. Molto probabilmente alcuni di voi lo avranno sentito pur non avendo mai visto per intero un Gran Premio di Formula 1, tra una siesta e l’altra. E chi non se lo ricorda, magari, si sarà imbattuto nella docuserie di Netflix “Drive to survive”, il racconto a puntate di grandissimo successo dal dietro le quinte della Formula 1, come mai era stato fatto.

Le frasi celebri di Günther Steiner

Steiner è diventato famoso per una dote, dire tutto quello che pensa in modo un po’ brutale tra un “fuck” e l’altro, anche del suo stesso team e dei suoi piloti, al microfono, in cuffia durante i Gran Premi e mentre si trova di fronte a telecamere e giornalisti. Così alcune sue “perle di saggezza” sono diventate dei veri e propri cult: “Faccio del mio meglio, ma non riesco a trasformare un’auto di merda in una buona macchina” o ancora: “Se colpiamo il muro, colpiamo il muro, cosa posso fare?” fino ad un estremo: “Sembriamo un mucchio di segaioli”. Ma ce ne sono tante altre… “Non siamo dei fottuti venditori di gelati!” rivolta ai suoi piloti accusati di andare troppo piano e ancora: “Puoi dire quello che vuoi, puoi avere un’opinione, ma non mostrarla quando sei stagista, quando hai 22 anni” o più introspettive, come: “Se non avessimo passione, dovremmo lavorare tutti in banca o qualcosa del genere” e “È facile essere gentili quando vinci”.

Foto: Ufficio stampa Haas F1 Team- Foto by Andy Hone / LAT Images

Günther Steiner licenziato dal team Haas

Nelle ultime ore un terremoto che di sicuro alimenterà il “mito” e la narrazione televisiva. Come un fulmine a ciel sereno Günther Steiner è stato licenziato (o si è dimesso per un chiaro dissenso con la proprietà) dal team che aveva contribuito a fondare, la Haas F1 team, squadra battente bandiera americana ma monoposto costruita praticamente quasi tutta in Italia (telaio Dallara, motore, cambio, software e sospensioni Ferrari), con la progettazione affidata ad una sede distaccata a Maranello e la logistica e la base del team nel tempio britannico della Formula 1, a Banbury, a mezz’ora dell’autodromo di Silverstone.

La Haas non ha brillato negli ultimi anni e nell’ultima stagione (con alcune disastrose gare in cui non è stata in grado di tenere letteralmente il passo di gara delle altre squadre) è riuscita a conquistare il non certo appagante ultimo posto in campionato, quando il suo obiettivo era ben diverso. Non proprio edificante per l’unico team americano che, comunque, ha molti pezzi Ferrari che dovrebbero garantire una posizione meno imbarazzante nella classifica finale.

Foto: Ufficio stampa Haas F1 Team- Foto by Andy Hone / LAT Images

Günther Steiner star di Drive to Survive, ecco perché

Ma l’aspetto sportivo passa in secondo piano perché Günther Steiner è riuscito in un’operazione davvero curiosa: diventare una celebrità televisiva, un vero divo, atteso ad un ogni circuito da giovani e meno giovani per un selfie o un autografo. Quasi più amato e osannato dello stesso vincitore del campionato del mondo Max Verstappen, quando fino a qualche anno fa pochi telespettatori della Formula 1 seguivano come delle celebrità coloro che lavorano ai box e non sono dei piloti.

Già, perché Günther in questi ultimi anni non ha corso in auto, non ha fatto spettacolo in pista. Si è limitato a stare al muretto box a parlare via radio con i piloti o via telefono con il proprietario del team ma tutto sotto lo “sguardo” attento delle telecamere di Netflix, creando un vero e proprio personaggio macchiettistico. A fargli “da spalla” (spesso al telefono) il burbero e controverso imprenditore americano Gene Haas (un tipo tosto, finito pure in galera anni fa per alcuni guai con l’implacabile fisco USA). Gene è il più grande produttore di macchine utensili negli Stati Uniti dal fatturato miliardario, da sempre appassionato di sport automobilistici e anche lui non è certo un tipo che le manda a dire. Günther è riuscito nell’incredibile operazione di far spendere a Gene parecchi dei suoi “fottuti milioni” per entrare in Formula 1 con un team tutto suo.

Foto: Ufficio stampa Haas F1 Team- Foto by Andy Hone / LAT Images

Günther Steiner licenziato: un vero self-made man altoatesino

Nato a Merano da famiglia proprietaria di una macelleria, Steiner ha invece studiato ingegneria senza finire gli studi ma negli anni è riuscito a lavorare per team importanti come Jaguar e Red Bull, fino ad arrivare al ruolo di team principal della Haas da lui stesso fortemente voluta e gestita per ben 7 anni. Insomma un vero self-made man.

Forse a Gene Haas questa volta non è piaciuto molto vedere che mentre le sue monoposto finivano ultime, il libro di Steiner “Survivig to drive” diventava un best seller in libreria, definito dal Sunday Times come un libro “brillante e appassionante da leggere. Divertente, reale, emozionante” scritto da un uomo “impavido e schietto, una guida allegra a uno sport pazzesco. Un adorabile insider ribelle”. Magari questo essere divo potrebbe non averlo aiutato particolarmente nella gestione dei problemi quotidiani del team in quest’ultimo periodo.

Foto: Ufficio stampa Haas F1 Team- Foto by Andy Hone / LAT Images

Il suo personaggio è stato in questi anni così iconico nel paddock della Formula 1 che ora tutti si chiedono che fine farà la serie di Netflix  “Drive to survive”, di cui lui era la star principale e soprattutto se lo stesso Circus vorrà Günther in un altro ruolo o magari in un altro team… troppe sono le t-shirt con la sua faccia indossata sulle tribune dei Gran Premi! A meno che Günther non abbia già un precontratto in tasca con qualche altra squadra (magari francese?) e tiri fuori il suo asso nella manica.

Per Günther l’epoca Haas si è chiusa (crediamo) definitivamente, ma non si sa mai… per un team che dopo un anno ha richiamato il suo principale pilota dopo averlo licenziato per aver sfondato proprio la porta dell’ufficio di Steiner. Per celebrare questa epopea possiamo citare lo stesso pilota del team, il danese Kevin Magnussen, che per descrivere Günther disse: “Steiner sembra arrabbiato anche quando ti fa gli auguri di buon compleanno”.

Foto: Ufficio stampa Haas F1 Team- Foto by Andy Hone / LAT Images